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2° festival Alpe-Adria dell’archeologia pubblica SenzaConfini: conferenza-spettacolo sull’Attila di Verdi il 17 settembre a Udine

Il 2° Festival Alpe-Adria dell’Archeologia Pubblica “senzaConfini”, ideato e promosso dall’Associazione Culturale CulturArti di Udine, entra nel vivo il 17 settembre 2019 con un evento a più voci che si terrà al Salone del Parlamento del Castello di Udine, con inizio alle 20.30: la conferenza-spettacolo “Attila ad Aquileia: realtà storica e finzione operistica”.
Curatori e conferenzieri saranno infatti due studiosi di prestigio: Gastón Fournier-Facio (storico, musicologo e diplomatico) e Frederick Mario Fales (Professore Senior dell’Università di Udine), le cui dissertazioni sull’Attila storico e su quello immaginato da Verdi saranno intervallate dall’esecuzione dal vivo di alcune arie dall’Attila verdiano, interpretate da tre affermati cantanti lirici, il basso Ernesto Morillo, la soprano Cristina Baggio e il baritono Domenico Balzani, accompagnati al pianoforte dal M.o Ferdinando Mussutto.
L’evento intende collegarsi idealmente alla scorsa stagione del Teatro alla Scala, inauguratasi appunto con l’Attila di Giuseppe Verdi: un’ottima occasione per riflettere sul leggendario flagellum Dei, sovrano degli Unni, e su come il suo percorso in Italia sia stato interpretato dal grande compositore italiano. Il Friuli Venezia Giulia, in particolare, conserva memorie significative del passaggio di Attila, fra fatti storici (la distruzione di Aquileia) e leggende popolari (la costruzione del colle del Castello di Udine).
Il Libretto dell’opera (scritto inizialmente da Temistocle Solera, e poi completato da Francesco Maria Piave) è ambientato nell’anno 454 d.C., subito dopo la devastazione di Aquileia per mano di Attila, e il massacro di gran parte della popolazione.
L’evento si propone di appurare quanto la trama operistica aderisca alla realtà storica. È storicamente corretto sostenere, come professa il Libretto, che furono proprio i profughi di Aquileia a fondare Venezia? Qual è stato il vero rapporto fra Attila e il generalissimo dell’Impero Romano di Occidente, Flavio Ezio (fra l’altro uno dei protagonisti dell’opera verdiana)? Perché quest’opera viene considerata un patriottico melodramma risorgimentale? È vero, come dice il Libretto, che Attila fu assassinato in Italia nell’anno 454 d.C., per mano dell’eroina Odabella (cui Attila aveva ucciso il padre Signore di Aquileia), quasi a replicare la biblica uccisione di Oloferne per mano dell’ebrea Giuditta?
Su questi ed altri interrogativi si intreccerà il dibattito a due voci (Fales – Fournier-Facio), nel corso del quale la trama dell’opera verrà analizzata e soprattutto illustrata attraverso l’esecuzione di alcune delle principali arie di questo melodramma, interpretate dal vivo da tre belle voci verdiane con accompagnamento di pianoforte, secondo il programma seguente:

1) Duetto del Prologo tra Ezio e Attila „Tardo per gli anni e tremulo“
2) Aria di Odabella „Liberamente or piangi … Oh nel fuggente nuvolo“
3) Aria di Attila „Uldino, Uldin …. Mentre gonfiarsi l’anima – Oltre quel limite“
4) Aria di Ezio „Degli immortali vertici“

Dopo lo spettacolo “Storie da raccontare” del cantautore romano Edoardo De Angelis, replicato a luglio al Castello di Miramare a Trieste e al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, il 2° Festival Alpe Adria dell’Archeologia Pubblica continuerà a proporre nei prossimi mesi un’interessante serie di eventi in Friuli Venezia Giulia ma anche oltre confine, tra i quali un convegno sul velo femminile dall’Antico Oriente all’Islam che si terrà all’Università di Graz, il concerto della chitarrista friulana Paola Selva “Per terre e per musiche” sul sito archeologico di Maserà di Padova, la conferenza del Prof. Daniele Morandi Bonacossi “La distruzione della memoria dell’antica Mesopotamia e la sua rinascita” a Tricesimo (UD), la conferenza del Prof. Pietro Marani “Leonardo architetto militare al servizio dei potenti del suo tempo: da Milano a Venezia al Friuli” a Gradisca d’Isonzo (GO) e la mostra “Rivediamoci tra 2000 anni… Il nostro tempo visto dagli archeologi del futuro”, curata dalla Dott.ssa Marina Rubinich.
La seconda edizione del Festival si concluderà a marzo 2020. La manifestazione, realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di CiviBank, ha come principali obiettivi quello di mettere in evidenza la funzione sociale dell’archeologia, instaurando un dialogo diretto tra gli specialisti del settore e il cosiddetto “grande pubblico”, e quello di far comprendere ai più giovani il valore e l’importanza dello studio del passato.