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Artefici.Residenze creative Fvg: giovedì 24 ottobre “Piazza della solitudine” al Kulturni Dom di Gorizia

  • Categoria dell'articolo:Gorizia
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Il prossimo appuntamento con Artefici.Residenze creative Fvg ideato da ArtistiAssociati col sostegno di Regione Fvg e MiBac è fissato per giovedì 24 ottobre 2019, alle 20.45, al Kulturni dom di via Brass a Gorizia. Sarà nuovamente protagonista il Collettivo Wundertruppe che dopo i suoi numerosi interventi sul territorio e con molti residenti proporrà la restituzione pubblica di ‘Piazza della solitudine’.

Il collettivo ha lavorato su questo quesito: Cosa proviamo, pensiamo, facciamo quando siamo soli? Piazza della Solitudine ha coinvolto i cittadini e le cittadine in una riflessione intorno alla tematica della solitudine. Le arti relazionali dialogano con le nuove tecnologie, la musica incontra la parola e una panchina si trasforma da arredo urbano a palcoscenico. La panchina, posizionata in luoghi significativi dello spazio urbano, diventa una piazza temporanea e crea le condizioni per incontrarsi. Si impara a conoscersi attraverso semplici domande basate sul proprio rapporto con l’isolamento e con la solitudine. I partecipanti creano dei match perfetti tra perfetti sconosciuti, un po’ come avviene sui siti di incontro o sui social media o come succedeva una volta con l’amico di penna dall’altra parte dell’Oceano. Dal progetto nascerà una banca di dati sensibili e di storie che sarà condivisa tra i partecipanti e il territorio attraverso la creazione di uno spettacolo teatrale multidisciplinare che vedremo nella serata del 24.

 

 

La residenza fa parte di un processo più ampio, che prevede diverse tappe di lavoro in Italia e in Canada, in grandi città e in piccoli centri, per incontrare comunità diverse per composizione, età, interessi e raccogliere un archivio di storie ed esperienze intorno al tema della solitudine. Ogni restituzione pubblica avrà come focus una determinata fascia d’età e/o una comunità specifica scelta in relazione al tema di indagine del lavoro.

L’ultima tappa prevede la rielaborazione e composizione dei materiali raccolti per costruire una performance unica che racconti tutti i passaggi precedenti e che copra quindi idealmente l’arco di una vita: una sorta di atlante delle solitudini dall’infanzia alla vecchiaia, passando dal tempo delle mele a quello (inevitabile?) delle responsabilità.