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Giovanni Da Pozzo, presidente della Cciaa Pn-Ud

Concluso Open Dialogues, già annunciata un’edizione 2024. Gli interventi di chiusura del presidente Da Pozzo e del direttore scientifico Rampini

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«Siamo partiti come edizione zero, ma in conclusione possiamo affermare di essere stati una prima edizione a tutti gli effetti, con tutti gli eventi sold out e un grande seguito anche delle dirette streaming che ci hanno permesso di raggiungere con le nostre riflessioni centinaia di altre persone ancora. Possiamo già annunciare che Udine continuerà anche il prossimo anno a portare in città e in Friuli il cuore del dibattito sui grandi temi geopolitici e geoeconomici internazionali». La conferma è arrivata direttamente dal presidente della Cciaa Pn-Ud Giovanni Da Pozzo negli interventi di chiusura di Open Dialogues for Future, la due-giorni che si è dipanata tra la Sala Valduga e la Chiesa di San Francesco con l’organizzazione della Camera stessa con The European House – Ambrosetti, la direzione scientifica di Federico Rampini, il supporto della Fondazione Crup nonché il patrocinio di Unioncamere, Regione Fvg e Comune di Udine.
Alla conferma di Da Pozzo si è unita la soddisfazione per gli esiti della’evento da parte di Rampini. «Abbiamo toccato tanti temi, partendo dalla più calda attualità come la guerra in Ucraina e le conseguenze sulla nostra economia, sul nostro ruolo e quello dell’Europa, per poi addentrarci in temi come il reshoring, il friend-shoring e il re-shuffling, di cui anche l’Italia e il Friuli Venezia Giulia possono diventare destinazione e gestirne sfide e opportunità. Abbiamo parlato di un’economia che vuole andare verso le “emissioni zero” e di come adattare il business al cambiamento così repentino di questi anni a livello globale. E anche di come già lo stanno adattando alcune fra le maggiori realtà economiche del Fvg, con i capi di Danieli, Fantoni, Illy e del porto di Trieste. Lungo tutto questo percorso, ci siamo sempre rivolti con il pensiero al futuro e ai giovani, che il futuro rappresentano e che sono stati i protagonisti dell’evento conclusivo, tanto tra il pubblico quanto nel panel finale, che mi fa davvero piacere sottolineare: un panel che porta l’America a Udine e Udine in America. Un panel “americano” nel senso che un dibattito così è di quelli che si possono vedere in America. Un panel che parla di “cultura del fare”, un panel dominato da giovani donne, imprenditrici di sé stesse, che hanno deciso di progettare e costruire la loro carriera professionale. La loro presenza è un modello e che ci consente un momento di autostima per il nostro Paese, in cui abbiamo una presidente del consiglio donna e una capa dell’opposizione donna. Tutto questo in tanti altri Paesi non è concepibile, è un risultato ancora lontano».