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Fotogramma del documentario “Latte nostro” di Michele Trentini, prodotto dall’Ecomuseo delle Acque

Festival Sguardi sui Territori, si apre la call for movies dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese. Invio opere entro il 30 aprile 2023

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Dal 2017 si svolge a Gemona a cadenza biennale, il Festival “Sguardi sui territori”, che l’Ecomuseo delle Acque dedica al rapporto tra ecomusei, ma anche musei di comunità e musei etnografici, e al tema dell’antropologia visuale, indirizzo delle scienze demo-etno-antropologiche volto a documentare e analizzare le manifestazioni visibili espresse dalle culture di un territorio.
L’edizione 2023 si svolgerà nei giorni 5-8 ottobre, con la presentazione e discussione di film di documentazione territoriale sia in sezioni monografiche, sia in una sezione dedicata ai film realizzati o proposti da ecomusei e musei etnografici. Per questo l’Ecomuseo promuove una call for movies, a cui le realtà museali di tutta Italia potranno partecipare presentando entro il 30 aprile 2023 uno o più filmati tratti dalle proprie produzioni, preesistenti o appositamente realizzati (info@ecomuseodelleacque.it).

Il tema dell’edizione 2023 è il paesaggio, pensato a partire dalla definizione coniata dalla Convenzione Europea del Paesaggio (“Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni), ma anche articolato entro le dinamiche contemporanee: i mutamenti climatici e le conseguenti trasformazioni dei luoghi e delle attività, le intersezioni fra uomo e natura, gli abbandoni, i ritorni, i processi dialettici fra la tradizione e l’innovazione, i ricambi e gli scambi intergenerazionali, i patti e i conflitti tra i diversi interessi territoriali.

I film dovranno essere di recente produzione (2020-2023) e non superare la durata di 30’ ciascuno. Saranno preferibili formati brevi, in modo da consentire un programma il più articolato possibile. Sono da escludere i film i cui contenuti riguardano le attività o le esposizioni (eco)museali. L’impostazione dovrebbe essere il più possibile aderente alle metodologie proprie dell’antropologia visuale, con riprese nei contesti, uso del piano-sequenza, suono in presa diretta, esclusione o limitazione di speaker e di colonne sonore sovrapposte.