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Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, al centro, premiati dal Ducato dei Vini Friulani © Foto Petrussi

Il Ducato dei Vini Friulani assegna il Premio “Ricordo Isi Benini” a Simonit&Sirch Vine Master Puners

  • Categoria dell'articolo:Gorizia
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Si è svolta sabato 18 settembre nella Sala Civica del Comune di Cormòns la cerimonia di consegna del Premio “Ricordo Isi Benini” assegnato dal Ducato dei Vini Friulani a personalità che promuovano il vigneto Friuli e il nome del Friuli nel mondo.  Nel nome del giornalista, enogastronomo, comunicatore instancabile della sua terra, l’appassionato e visionario Isi Benini, fondatore del Ducato, sodalizio che si appresta a festeggiare i 50 anni della sua costituzione. Una cerimonia carica di significato e anche un momento di festa, che “finalmente”, come ha scandito il Duca Alessandro I nella prolusione, ha consentito ai Nobili del Ducato dei Vini Friulani di rivedersi in presenza. Coordinati magistralmente dal giornalista agronomo ed enologo Claudio Fabbro, memoria storica della nostra vitivinicoltura, gli interventi del Duca Alessandro I e del Duca emerito Loris II – la scelta di attribuzione del Premio a Marco Simonit e Pierpaolo Sirch avvenne infatti durante il periodo della sua carica – e del professor Enrico Peterlunger, docente di viticoltura all’Università di Udine. Un excursus fra passato e presente, quello di Fabbro, declinato fra nomi storici come Valerio, Del Gobbo, Villotta, fra l’innovazione concretamente innervata sulla tradizione di un’attività agronomica,  che guarda alla vite primigenia rispettandone le sue fasi, per lo sviluppo della viticoltura che si sta avviando a diventare 4.0.

“Sono molti i motivi di soddisfazione nel ritrovarci finalmente riuniti in presenza, ha esordito il Duca Alessandro I, per la consegna di un premio significativo che riconosce la passione per il proprio lavoro e l’amore per le proprie radici. Un momento di festa che si unisce a un sentimento di rinascita per il Ducato, alla vigilia del 50esimo compleanno del Sodalizio, per la realizzazione degli obiettivi condivisi dalla Corte Ducale per il prossimo mandato, al fine di promuovere proteggere e valorizzare il ‘saper fare’ dei nostri viticoltori e la qualità dei vini autoctoni che hanno il sapore vero della nostra terra”.

“Sono particolarmente orgoglioso di premiare Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, proprio qui a Cormòns, nel cuore del Collio da dove è partita la loro attività e dove ora – precisamente a Capriva – realizzano l’ambizioso progetto di una loro Accademia,  ha sottolineato Loris Basso, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo e Duca emerito Loris II,  che ha sottolineato altresì il profondo legame che c’è sempre stato e continua tuttora fra Ducato dei Vini Friulani ed Ente Friuli nel Mondo, per uno scopo comune: comunicare e fare conoscere e amare il Friuli in tutto il mondo”.

“Sono stato da subito aperto alle iniziali proposte di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, alla loro passione per la vite e per il territorio, al desiderio di collaborare con l’Università. Del resto come sarebbe stato possibile sottrarsi al loro pacato ma inesorabile entusiasmo, ha sottolineato il professor Enrico Peterlunger. Molto ci sarebbe da dire, anche riguardo alla Facoltà di Agraria a Cormòns per esempio, ma oggi è giorno di festa e quindi festeggiamo i Vine Master Pruners SIMONIT&SIRCH, perché è anche grazie a loro, alla capacità di accettare le sfide e di non seguire sentieri precostituiti, che l’Università di Udine, ha saputo ritagliarsi negli anni un ruolo scientifico di primaria importanza non solo in Italia”.

Una storia di passione e di successo, quella di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che, partendo dal Collio, hanno dato vita a una straordinaria esperienza professionale che li ha portati a lavorare nei più prestigiosi Chateaux francesi, in Napa Valley, in Nuova Zelanda.

Per insegnare un antico mestiere, per condividere senza gelosie un metodo che si basa prima di tutto sull’osservazione attenta della morfologia e della struttura della vite.  Sempre col cuore nel Friuli in cui hanno mosso i primi passi, un nome per tutti quello di Mario Schiopetto, come ha ricordato Simonit nel momento dei ringraziamenti, “senza dimenticare la figura del professor Dubourdieu dell’Università di Bordeaux che con la sua autorevolezza accademica ci ha introdotti nei più prestigiosi Chateaux”. Una grande capacità di visione per un atto in apparenza semplice come quello della domesticazione della vite, un impegno caparbio e puntuale per crescere e far conoscere ciò in cui si crede.

Una storia quella di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che sarebbe certamente piaciuta a Isi Benini.