“Sono molti i motivi di soddisfazione nel ritrovarci finalmente riuniti in presenza, ha esordito il Duca Alessandro I, per la consegna di un premio significativo che riconosce la passione per il proprio lavoro e l’amore per le proprie radici. Un momento di festa che si unisce a un sentimento di rinascita per il Ducato, alla vigilia del 50esimo compleanno del Sodalizio, per la realizzazione degli obiettivi condivisi dalla Corte Ducale per il prossimo mandato, al fine di promuovere proteggere e valorizzare il ‘saper fare’ dei nostri viticoltori e la qualità dei vini autoctoni che hanno il sapore vero della nostra terra”.
“Sono particolarmente orgoglioso di premiare Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, proprio qui a Cormòns, nel cuore del Collio da dove è partita la loro attività e dove ora – precisamente a Capriva – realizzano l’ambizioso progetto di una loro Accademia, ha sottolineato Loris Basso, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo e Duca emerito Loris II, che ha sottolineato altresì il profondo legame che c’è sempre stato e continua tuttora fra Ducato dei Vini Friulani ed Ente Friuli nel Mondo, per uno scopo comune: comunicare e fare conoscere e amare il Friuli in tutto il mondo”.
“Sono stato da subito aperto alle iniziali proposte di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, alla loro passione per la vite e per il territorio, al desiderio di collaborare con l’Università. Del resto come sarebbe stato possibile sottrarsi al loro pacato ma inesorabile entusiasmo, ha sottolineato il professor Enrico Peterlunger. Molto ci sarebbe da dire, anche riguardo alla Facoltà di Agraria a Cormòns per esempio, ma oggi è giorno di festa e quindi festeggiamo i Vine Master Pruners SIMONIT&SIRCH, perché è anche grazie a loro, alla capacità di accettare le sfide e di non seguire sentieri precostituiti, che l’Università di Udine, ha saputo ritagliarsi negli anni un ruolo scientifico di primaria importanza non solo in Italia”.
Una storia di passione e di successo, quella di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che, partendo dal Collio, hanno dato vita a una straordinaria esperienza professionale che li ha portati a lavorare nei più prestigiosi Chateaux francesi, in Napa Valley, in Nuova Zelanda.
Per insegnare un antico mestiere, per condividere senza gelosie un metodo che si basa prima di tutto sull’osservazione attenta della morfologia e della struttura della vite. Sempre col cuore nel Friuli in cui hanno mosso i primi passi, un nome per tutti quello di Mario Schiopetto, come ha ricordato Simonit nel momento dei ringraziamenti, “senza dimenticare la figura del professor Dubourdieu dell’Università di Bordeaux che con la sua autorevolezza accademica ci ha introdotti nei più prestigiosi Chateaux”. Una grande capacità di visione per un atto in apparenza semplice come quello della domesticazione della vite, un impegno caparbio e puntuale per crescere e far conoscere ciò in cui si crede.
Una storia quella di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che sarebbe certamente piaciuta a Isi Benini.