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Il Verdi in Concerto, matinée il 12 luglio a Trieste con brani di Dvořák e Suk

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TRIESTE – Domenica 12 luglio 2020 alle ore 11, “Il Verdi in Concerto”,  la nuova rassegna estiva del Teatro Verdi di Trieste, propone una matinée che ha come protagonista l’Orchestra d’archi del Teatro diretta dal maestro  Stefano Furini (foto di F. Parenzan), in un originale programma musicale mitteleuropeo, con due celebri brani dei compositori boemi Antonín Dvořák e Josef Suk.

Personalità artistica originalissima, Antonín Dvořák, nato nel 1841 nelle vicinanze di Praga, si formò sostanzialmente a contatto con la musica popolare e folkloristica che poi mai cessò d’essere profonda fonte d’ispirazione nella sua vasta e articolata produzione musicale che si rifà comunque a diversissime forme da quelle classiche, che guardano a Beethoven e Brahms, ad altre più progressiste d’influenza wagneriana. Ampia e importante anche la sua attività didattica che esercitò fino a New York ma in particolare al Conservatorio di Praga dove Josef Suk fu suo autentico allievo, legato al maestro oltre che da uno stretto connubio artistico anche da un affetto famigliare, avendone sposata la figlia Otylka nel 1898.

Il programma del concerto permette di ascoltare due brani che rivelano le specifiche originalità e qualità di entrambi i compositori: l’insegnamento di Dvořák seppe trasmettere all’allievo e genero l’autentico spirito e sentimento della musica popolare della loro terra ed entrambi lo interpretarono in maniera personale e singolarmente romantica.

La Serenata per archi op. 22, eseguita per la prima volta a Praga nel 1876 e composta probabilmente nel maggio dello stesso anno, in un periodo particolarmente felice per il musicista, che oltre alle gioie della vita famigliare raccoglieva continui successi e ingaggi professionali, è componimento famosissimo di Dvořák, esemplare la sua personale vena melodica tutta impregnata di folklore popolare boemo. Ripartita in cinque movimenti, richiama una serie di temi slavi con intriganti cellule sonore e continue risonanze legate fra loro nei cinque movimenti con leggerezza ed eleganza, in un ricercato equilibrio classico.

Josef Suk, studente diciottenne del Conservatorio di Praga, compose nel 1892 la Serenata per archi op. 6 che venne eseguita per intero nel febbraio 1895 dall’Orchestra dello stesso Conservatorio, subito con ampio consenso: Brahms dopo l’ascolto ne scrisse “Dio, che bella!”. La composizione gli fu richiesta dal suo maestro Antonín Dvořák, che sollecitò l’allievo ad abbandonare i prediletti toni nostalgici e tragici. Nella ricerca di altre emozioni Suk si ispira largamente a Brahms, utilizza gli andamenti delle danze popolari con frequenti cambi di ritmo, gioca con i contrasti tematici proposti dalle corde basse e con passaggi di accordi spezzati; ma rimane sempre nell’adagio ampio e lirico, il cuore emotivo della composizione, indicativo della sensibilità malinconica del giovane musicista.

Josef Suk concluse la sua carriera insegnando a lungo, come il suocero, al Conservatorio di Praga e oltre a compositore, fu concertista raffinato esibendosi, con duraturo successo, in tutta Europa anche con il celebre “Quartetto Boemo” da lui fondato e apprezzato, fra gli altri, da personalità quali Gustav Mahler e Alban Berg.

Dirige l’Orchestra d’Archi del Teatro Verdi, nel doppio ruolo di direttore e primo violino – in una parola Konzertmeister –  , Stefano Furini.  Violino di spalla dell’Orchestra del Teatro Verdi dal 1990, si è esibito anche con altre prestigiose compagini musicali in Europa e in Italia in particolare con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra del Teatro alla Scala, I Pomeriggi Musicali e Rai di Milano, l’Orchestra Stabile di Bergamo, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Interprete curioso e versatile, si è dedicato anche al repertorio di musica da camera e al repertorio contemporaneo, oltre che ai generi musicali più diversi come la musica da milonga. Si dedica regolarmente anche alla Direzione d’orchestra e oltre a quella del Teatro Verdi ha diretto l’Orchestra di Padova e del Veneto, la Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra Sinfonica della Lombardia “G. Cantelli”; la Filarmonica Tito Schipa di Lecce.

Il concerto si svolge nel rispetto di tutti i protocolli anti covid19 vigenti, per la protezione dei lavoratori e del pubblico presente in sala; le attuali disposizioni limitano il numero di posti disponibili, i quali devono prevedere adeguato distanziamento sociale fra le poltrone occupate. Il concerto, nel quadro di Trieste Estate, sarà trasmesso in differita da Tele 4 in prima serata.

La biglietteria del Teatro Verdi è aperta fino a sabato con orario 9-13 e domenica un’ora prima dell’inizio del concerto. Tutte le informazioni sono disponibili anche sul sito web www.teatroverdi-trieste.com

Biglietti da 20,00 € – 25,00 € – 30,00€