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Imbottigliato a Nimis il vino che promuove le opere del missionario friulano Dario Laurencig

  • Categoria dell'articolo:Udine
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Freddo e pioggia non hanno frenato l’entusiasmo e la solidarietà

UN GRAZIE IN DIRETTA DAL KENYA

HA SCALDATO LA FESTA DI

“DIAMO UN TAGLIO ALLA SETE”

Da Lokichar (Turkana, Kenya) praticamente sulla linea dell’Equatore, a Nimis, Friuli: grazie ai prodigi della telefonia del terzo millennio, la voce di fratel Dario Laurencig è arrivata forte e chiara alle centinaia di volontari riuniti la sera di sabato 4 maggio 2019 per l’apertura della Festa dell’imbottigliamento di Diamo un taglio alla sete , il vino che ormai da tredici anni viene realizzato con l’unico obiettivo di raccogliere fondi destinati al missionario friulano (è originario delle Valli del Natisone) che nella sua vita in Africa (dove si trova dal 1973) ha individuato e fatto scavare oltre 500 pozzi di acqua potabile. “Grazie per quello che state facendo” ha detto il missionario; “no, siamo noi che ti ringraziamo per il tuo impegno a favore del sud del mondo” ha ribattuto – e le sue parole sono state accompagnate da un grande applauso – Paolo Comelli (nella foto in alto, in primo piano da sinistra, con al suo fianco Luca Biffi e altri colleghi enologi), che recentemente si è recato con la famiglia in Turkana per portare anche fisicamente la solidarietà e l’abbraccio del Friuli a quello che le popolazioni locali hanno soprannominato “lo stregone dell’acqua” (fratel Dario è un rabdomante in grado, con la classica bacchettina biforcuta, di individuare le vene d’acqua potabile con una precisione stupefacente). La serata di domenica è proseguita con il racconto per immagini dell’esperienza africana di Paolo, di sua moglie e dell’altra famiglia (quella di Elia Ferrandino e Serena Vizzutti) che ha condiviso con i Comelli l’esperienza africana.

Dopo le esperienze di viaggio è stata la volta delle esperienze gastronomiche: sotto il titolo “Cucine del mondo”, allievi e insegnanti del Civiform di Cividale del Friuli, insieme alle volontarie della Associazione Cinampa e di numerosi gruppi etnici residenti in Friuli hanno proposto una dozzina di assaggi: le Empanadas della Colombia, il tipico Byriani (riso e carne) del Bangladesh, il piccante Causa limeña peruviano, i Sambusa (fagottini ripieni di carne speziata) dell’Eritrea, il cous cous del Marocco, il classico piatto di riso e verdura dello Sri Lanka, le Cachapas del Venezuela, gli Alfajores argentini… A rappresentare il vecchio continente, le polpette di baccalà del Portogallo, un saporito brodetto di pesce della Croazia, lo gnocco fritto di Reggio Emilia e, piatto bandiera del Friuli, un dolce tiramisu. Oltre duemila assaggi sono spariti in brevissimo tempo, confermando che quella della rassegna culinaria multietnica – sperimentata la prima volta lo scorso anno – è un’idea vincente che continuerà nelle prossime edizioni.

Lo gnocco fritto preparato a regola d’arte dai bravissimi volontari del gruppo Castelsport di Castelnuovo di sotto,  abbinato ai salumi friulani (e al prosciutto di Sauris in particolare) è stato anche l’attrazione della giornata di domenica. Per il resto il menu ha rispettato la tradizione: pastasciutta degli alpini (grazie al gruppo di Tricesimo), megaspiedo, la polenta di Nico di Braulins, frittelle di mele (Pro Loco di Sutrio), frutti di bosco caldi (Amici di Avasinis). Gettonatissimo nonostante la giornata invernale il gelato di Giancarlo Timballo.

L’imbottigliamento – seguendo una routine ormai consolidata nelle dodici edizioni precedenti – è filato liscio senza intoppi, grazie alla professionalità di Giuseppe Lipari che ha messo come sempre generosamente a disposizione il suo modernissimo centro mobile di imbottigliamento. Sono state confezionate in totale 4.500 bottiglie di vino (“Vitae Bianco” e “Vitae Rosso” ) e 400 magnum. Numeri decisamente più alti delle edizioni precedenti, perché ogni anno qualche vignaiolo in più chiede di poter partecipare alla realizzazione del “vino della solidarietà”.

“Quest’anno – scherza Paolo Comelli, nella cui cantina trova ospitalità la festa – abbiamo battuto due record: il numero di bottiglie realizzato e la giornata più fredda che si ricordi in 13 anni di Diamo un taglio alla sete. Ma vogliamo battere un altro record: raccogliere 50 mila euro e arrivare così, nel totale progressivo di questi anni a superare il mezzo milione. Se qualcuno lo avesse detto 13 anni fa non ci avremmo scommesso… ma la generosità dei friulani si è dimostrata al di sopra di ogni aspettativa”.

Chi volesse contribuire al progetto di Diamo un taglio alla sete (dal 2016 si è costituita come ONLUS iscritta al registro regionale del volontariato) può trovare tutte le indicazioni sul sito Internet www.diamountaglioallasete.org o alla pagina Facebook @diamountaglioallasete.