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Installazioni, performance e passeggiata creativa nel bosco di Ceroglie sabato 21 agosto

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Un grande evento, con installazioni, performance e passeggiata creativa, animerà il bosco di Ceroglie, che ospita il progetto “Meraviglie nel parco/Animali fantastici” in collaborazione con “Trieste Adventure Park / Restate agganciati “, sabato 21 agosto, dalle 17.00 alle 20.00, organizzato dall’Associazione Casa C.A.V.E. – Contemporary Art Visogliano/Vižovlje Europe, nell’ambito della rassegna “L’Energia dei Luoghi. Festival del Vento e della Pietra”, promossa con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Duino Aurisina, della Fondazione Pietro Pittini e de Le Fondazione Casali.

Si inizia con “Animali fantastici – Installazioni Land Art” a cura di Maria Campitelli, con la presentazione e visita guidata alle opere degli artisti Cecilia Donaggio Luzzatto Fegiz, Pierpaolo Ciana, Rodolfo Liprandi, Paola Pisani.

Seguono la performance “Selvatici”con progetto e disegni di Alessandro Chittaro, e la passeggiata creativa sotto le falde del Monte Hermada “Land art e la via delle pecore”, a cura della guida naturalistica Alice Sattolo, con visita e degustazioni alle aziende agricole Bombus e Antonič – Fattoria didattica Asino Berto.

Per Info e prenotazione obbligatoria: +39 333 4344188 – casacave.art@gmail.com
Necessario Green-pass solo per accedere alla LAND ART.

Animali fantastici – Installazioni Land Art

Nuove presenze artistiche popoleranno il bosco di Ceroglie, grazie alla partecipazione di alcuni artisti dell’Associazione Gruppo78 – Paola Pisani, Cecilia Donaggio Luzzatto Fegiz, PierPaolo Ciana e dello scultore Rodolfo Liprandi, con la curatela di Maria Campitelli, presidente del Gruppo78.

“Il comune denominatore artistico, nel bosco dell’Adventure Park di Ceroglie – afferma Maria Campitelli – è la Land-Art e il rapporto con la natura instaurato seguendo liberamente le formule espressive degli artisti inglesi ed americani negli anni 60 e il filone artistico chiamato Land-Art o Earth Art, arte che s’innesta nel paesaggio per fluire nell’armonia universale del Sistema Natura”.

Accanto ai già esistenti animali fantastici di Simone Paulin Devid Strussiat, la lumaca gigantesca e l’aquila aerea e altre opere come il guerriero in marcia, la “famiglia” di tortuosi rami e radici, o a realizzazioni più concettuali come la spirale di pietre di Manolo Cocho, le pietre traforate aleggianti simbolicamente nell’aria di Maja Pogačnik, i segnali geometrici in pietra, che traducono i simboli delle nuvole di Laura Malacart e il “collettore di senso” di Majda Gregorič, che animano il bosco dal 2018, si allineano i nuovi lavori di quest’anno in collaborazione con il Gruppo78.

■ Paola Pisani, artista multimediale e transdisciplinare che si interessa da sempre al rapporto natura-cultura. Nel bosco, accompagna a un bouquet di fiori di argilla, alcune mattonelle botaniche, ispirandosi ai motivi floreali presenti nell’architettura austroungarica. Dedica il lavoro a Beaudelaire, poeta dei “Fiori del male” a due secoli della sua nascita. Dice l’artista “nella foresta, cattedrale di simboli, tempio di misteriosi e confusi messaggi, fiori di terra galleggiano, spalancando i loro petali deformi eppure sensuali”. Ai fiori si accompagnano le mattonelle informative, sparse lungo i sentieri, che citano l’intervento all’Abbazia di Noirlac in Francia, come antichi percorsi celtici e romani che forniscono indicazioni sulla vegetazione.

■ Pierpaolo Ciana concentra il proprio interesse sul “nido”, sul significato e sui rimandi concettuali che esso comporta. Precisa l’artista “è il simbolo del proprio luogo di origine o di dimora. Sinonimo di difesa, protezione, vero e unico microcosmo degli affetti domestici, inserito in un contesto naturale diviene il simbolo di una natura che produce e custodisce”. L’opera, fatta d’intrecci di rami, viene disposta sopra un tronco conficcato nel terreno. Un albero simbolico per reggere il nido “della terra”.

■ Cecilia Donaggio Luzzatto Fegiz ha costruito in pietra lo scheletro fossile di un immaginario animale “estinto del futuro”, quello che non è mai stato, perché la specie homo sapiens ha interrotto il normale svolgimento dell’evoluzione, sterminando nel divenire la quasi totalità dei grandi mammiferi terrestri. “L’animale di cui scopriamo i resti futuri” afferma l’artista “è quello fantastico, frutto delle nostre proiezioni che forzano la natura fino a rendere oggi il virtuale reale e viceversa”. L’animale realizzato è gigantesco, impostato su uno scheletro di balena, fatto di sassi e rami, ed è concepito come un ibrido tra cetaceo, rettile, uccello, anfibio e volatile, un post-leviatano.

Rodolfo Liprandi, giovane scultore, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, residente a Varsavia e artista di Aeson, ci propone un cervo maestoso, dallo scatto volitivo. L’idea discende da un’antica iscrizione riguardante il territorio di Ceroglie ritrovata sul libro paga dei signori di Duino col nome di Zivolach (cervo) nel 1494. Il nome “cervo” riportato nell’antica iscrizione, spinge l’autore a materializzare l’animale in chiave artistica, servendosi dei materiali rinvenuti nel bosco, individuando in questo simbolo le radici storiche della località e rendendole omaggio.