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Lame in battaglia, una mostra al Palazzetto Veneto di Monfalcone. Inaugurazione domenica 17 ottobre

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Raccontare la storia delle “lame” implica certamente parlare di battaglie, di scontri tra popoli, di vincitori e vinti. Ma significa anche parlare di scambi culturali e conquiste tecnologiche che, nel bene e nel male, possono essere considerati gli antefatti della nostra società. Con questo approccio s’inaugura domenica 17 ottobre, alle ore 16.00, al Palazzetto Veneto di Monfalcone la mostra “Lame in battaglia”, curata dall’Accademia J. Rudel di Gradisca d’Isonzo e promossa dal Comune di Monfalcone (aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 14.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30, obbligo di Green-pass).
“L’intento della mostra “Lame in battaglia” è quindi duplice: da un lato – spiega Ciro De Simone Sorrentino dell’Accademia J. Rudel – “quello di ripercorrere oltre 5000 anni di storia attraverso la presentazione di 21 armi, riproduzioni di originali, rappresentative di periodi storici che vanno dall’epoca romana al XVI° secolo; dall’altro quello di sottolineare come fogge e dimensioni delle armi non siano casuali o legate a criteri estetici ma riconducibili a specifiche esigenze tattiche e di offesa in battaglia”.
Si tratta esclusivamente di armi bianche, cioè di tutte quelle armi che si usano mediante l’energia e l’abilità dell’uomo: pugnali, mazze e arieti, spade e sciabole. Sono considerate armi bianche sia i meccanismi finalizzati al lancio oggetti bellici (come archi, balestre e catapulte), che quelle inastate, munite di un manico lungo che, superando normalmente i due metri, consentisse di ingaggiare l’avversario a distanze più lunghe. Anche i sistemi che fungono da difesa da esse (come scudi e armature) sono considerate armi bianche.
Lama per eccellenza, dai molteplici risvolti simbolici e leggendari, è sicuramente la spada la cui storia fonda le sue radici nell’età del rame quando l’utilizzo sistematico ed esteso della metallurgia, caratterizzante questo periodo storico, ha permesso di sostituire i pugnali di selce, che per la natura stessa del materiale non potevano avere grandi dimensioni, con un’arma forse più fragile ma sicuramente più lunga, con tutto ciò che ne consegue da un punto di vista tattico. Nei suoi oltre 5000 anni di storia la spada, che nell’immaginario identifica l’arma bianca, ha subito diverse modificazioni sia per adattarsi alle esigenze determinate dalle diverse modalità di combattimento che per vanificare i sistemi di protezione individuali.
Previste visite guidate con dimostrazioni, sabato e domenica alle ore 16.00 e alle ore 18.00 (massimo 15 persone). Nelle mattinate dei giorni feriali (da lunedì a venerdì) la mostra può essere visitabile, su prenotazione, dalle scolaresche o da gruppi di almeno 10 persone.