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“L’arte del management in un mondo complesso”, Confindustria Udine Academy ospita il professore Giuseppe Zollo

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Abbandonare gli schemi di pensiero che si davano per scontati, accettare la complessità e affrontarla con l’unica risorsa in grado di farlo: le persone.

Sono questi, in sintesi, il consigli che Giuseppe Zollo professore di Management engineering dell’Università Federico II di Napoli, ha dispensato questo pomeriggio, a palazzo Torriani, ai partecipanti al secondo appuntamento del ciclo di seminari denominato ’Confindustria Udine Academy’, ideato e realizzato dall’Associazione degli industriali di Udine, in collaborazione con l’Executive master in business administration che Confindustria Udine, in partnership con l’Università di Udine, propone dal 2019.

“Un’iniziativa – ha sottolineato la vicepresidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli – che abbiamo intrapreso per soddisfare la necessità emergente di corsi di alta formazione sul territorio e l’aggiornamento delle competenze della classe dirigente imprenditoriale e di chiunque altro sentisse la necessità di ampliare la sua visuale in un mercato che non è mai uguale a sé stesso, con conseguente ridefinizione repentina delle strategie di competitività. Di fronte a scenari così complessi non c’è alternativa: dobbiamo conoscere per agire. Per farlo, dobbiamo disporre di una formazione d’eccellenza. Confindustria Udine Academy punta a raggiungere questo obiettivo”.

Nella sua “lezione”, intitolata, appunto, “L’arte del management in un mondo complesso”, Zollo ha indicato quella che, a suo giudizio, è la direzione giusta che il management deve intraprendere per rispondere alla complessità degli scenari odierni, utilizzando come filo conduttore del ragionamento una affascinante e colta riflessione riferita all’universo dell’arte, a partire dalla sua ideazione, per poi passare alla produzione artistica e infine alla sua interpretazione e fruizione. 

“In questi tempi – ha affermato – il manager dovrebbe rimuovere alcune certezze tipiche di un mondo dato per scontato, specialmente in un mondo ricco di sorprese, quale è quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni e pure in questo mese, più recentemente. È chiaro che il manager deve essere pronto a una capacità di reazione, il che significa che deve mettere in dubbio alcuni schemi di comportamento e anche schemi di interpretazione della realtà che dava per scontati. Quando fa questo, ovviamente, precipita in un mondo complesso”. 

“Uno degli assunti della teoria della complessità – ha proseguito – è che bisogna rimuovere un principio e cioè che l’azienda, come il mercato, tende verso l’equilibrio. Quindi, i comportamenti ottimali sarebbero quelli che cercano l’equilibrio e operano nell’equilibrio. In realtà, l’ipotesi fondamentale del pensiero complesso è che le organizzazioni, ma anche gli individui, operano in situazioni di perenne disequilibrio. E quindi, il problema non è più raggiungere una meta ideale, dove tutti quanti possono essere felici. Bisogna cercare la felicità nel percorso, durante un processo che sta in continua trasformazione”.

E dunque come dovrebbe comportarsi un buon manager? “Bisogna mantenere il sistema fluido – ha affermato Zollo -. Fluido, per me, significa capacità di reagire agli imprevisti. Per riuscirci si deve puntare sull’unica risorsa che ha la capacità di rispondere in maniera creativa, vale a dire le persone. E quindi bisogna lavorare affinché si sviluppino le potenzialità e la capacità delle persone di reagire in un ambiente complesso”.

Il prossimo appuntamento di Confindustria Udine Academy è previsto per venerdì 16 maggio, quando Umit Bititci, vice decano esecutivo e professore alla Edinburgh Business School (UK) focalizzerà l’attenzione su “How to innovate to stimulate innovation (Come innovare per stimolare l’innovazione)”.