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Le rifrazioni di Leonardo ispirano la mostra “Altierjinga” di Leo Gilardi. Venerdì 10 gennaio a Gorizia l’inaugurazione

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GORIZIA – Siamo agli inizi del nuovo secolo e Leonardo si occupa di studi sulla rifrazione. Collegando il funzionamento dell’occhio a quello della camera oscura, il genio vinciano procedette creando strani congegni ottici in grado di aumentare l’ampiezza del campo visivo.

Dall’analogia tra l’ideazione e la naturale predisposizione dell’uomo alla razionalizzazione, proprio come Leonardo, nasce l’idea della mostra “Altierjinga” del giovane artista Leo Gilardi, ospite dell’ultimo appuntamento organizzato dall’associazione Examina all’interno del ricco programma di iniziative, “Il lato ignoto di Leonardo”, che ha messo al centro aspetti curiosi e divertenti sulla figura del grande genio rinascimentale nel cinquecentenario dalla sua morte.

L’esposizione, organizzata dall’associazione goriziana, in collaborazione con “Quasi Quadro” di Torino, sarà inaugurata venerdì 10 gennaio 2020 alle 19 alla Galleria Tullio Crali in via Diaz 9, a Gorizia. Il taglio del nastro, accompagnato da una sonorizzazione dal vivo delle opere e un brindisi inaugurale.

Gilardi, giovane artista torinese, nella mostra prende in analisi il fenomeno della realtà digitale attraverso un processo artistico contemporaneo. La sua ricerca ripercorre la cultura aborigena. “Altierjinga”, ovvero ‘Tempo del Sogno”, è infatti il nome di un mondo esistito prima della creazione, dove gigantesche creature totem attraversarono la terra cantando di ciò che incontravano, portando così questi elementi alla creazione. Come Leonardo Da Vinci, tenta di porre un’ordine tra l’empirico e il concreto partendo dallo studio dei fenomeni ottici legati alla luce e alla sua trasposizione in immagine.

In altre parole, Gilardi, attraverso un effetto ottico che scaturisce dalle sue stesse opere, interpreta la realtà e catturando quell’istante lo razionalizza facendolo diventare un elemento artificiale. L’artista riesce a soggiogare l’occhio dello spettatore, creando delle alterazioni percettive che portano quasi a una sorta di cecità selettiva, che dimostra l’impossibilità di comprendere la realtà se non attraverso il criterio logico.

Le opere esposte appartengono dunque al Tempo del Sogno pre-digitale, ossia quel mondo precedente al momento in cui l’innovazione tecnologica ha permesso una svolta nel rapporto tra macchina e persona, creando un proprio ritaglio nella realtà personale del genere umano. Elementi fatui, che rimangono in attesa di essere nominati, la cui forma non rispetta un’identificazione, visto che la loro conformazione segue le indicazioni dettate dalla superficie, di cui è impossibile coglierne il reale aspetto a causa degli effetti ottici. Secondo l’artista la razionalità senza la sua “contrapposizione naturale” guida la creazione in un modo sbilanciato, asettico, disumanizzante, in cui sono gli stessi creatori a doversi adattare nell’esplorazione di un nuovo ambiente.

La mostra resterà aperta a ingresso libero anche sabato 11 e domenica 12 gennaio dalle 10 alle 18. Per informazioni è possibile inviare una email all’indirizzo associazione.examina@gmail.com o consultare la pagina Facebook dell’associazione.