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Mostra pittorica “Tratti” dell’artista friulano Paolo Battistutta a Chions per tre domeniche (30 ottobre, 6 e 13 novembre)

  • Categoria dell'articolo:Pordenone
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Dopo il positivo bilancio di Convergenze, la giornata tra arti e sostenibilità tenutasi il 15 ottobre nel Borgo di Torrate e promosso da Sexto ‘Nplugged, si pensa già alla replica nel 2023 visto l’interesse e la sensibilità dimostrata dal pubblico riguardo i contenuti e temi proposti.

Nel frattempo segnaliamo che viste le numerose richieste, la mostra pittorica espressionista “Tratti”, del giovane artista emergente friulano Paolo Battistutta sarà visibile ancora per tre domeniche (30 ottobre, 6 e 13 novembre) con orario continuato dalle 10 alle 18 a ingresso libero. Un’occasione unica anche per visitare il sito medievale recentemente ristrutturato di Torre Sbrojavacca, una delle rare torri vedetta sopravvissute nel territorio. A fianco della torre la chiesetta e il piccolo cimitero storico, oltre al grande Parco delle Fonti di Torrate che abbraccia il sito medievale e che è possibile percorrere a piedi o in bicicletta.

Paolo Battistutta non ha il problema della tela bianca. Sa cosa fare e perché. Glielo ha detto la pittura, che gli ha anche presentato la sua famiglia di appartenenza: l’espressionismo. Di certo impatto visivo il ciclo delle regine, tele di grandi dimensioni presenti in mostra che ritraggono la defunta regina Elisabetta d’Inghilterra in matrice pop-espressionista.
Restando in tema di famiglia, anche il padre di Paolo fu un pittore, e Paolo è cresciuto vedendolo lavorare. Forse per tutto questo la pittura è semplicemente il suo modo di comunicare e studiare. Battistutta può prendere idealmente il testimone che è partito da Tintoretto, ed è arrivato nella Vienna della psicoanalisi, la Gestalt e la secessione di Messerschmidt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka che più si inoltrano nel vortice espressionista.

Ciò che oggi sopravvive dell’antico castello di Sbrojavacca è una sola torre, dopo che l’edificio, piuttosto simile ad un palazzo per gl’interventi architettonici e le modifiche subite nell’Ottocento su progetto dell’architetto Francesco Maria Preti, fu demolito nel 1820. Esso appartenne alla famiglia omonima fin dai secoli XII-XIII come attestano le fonti riferite ai momenti in cui i patriarchi concessero le investiture del castello con i suoi feudi e pertinenze. Nel 1251 esso fu assediato dalle truppe di Alberigo da Romano e nel 1511 fu saccheggiato gravemente da Leonardo di Prodolone, nemico dei signori di Sbrojavacca. Cinto da un largo fossato la cui impronta è ancora evidente, l’antico edificio è completamente scomparso e di esso non si sa nulla con certezza perché le uniche fonti antiche che lo descrivono sono infondate. La torre che permane è quadrata ed è a cinque piani oltre al piano terra; da un ammorsamento sulla parete di levante si deduce che qui le si affiancava un edificio e lo stesso si può affermare per la parete opposta. La chiesetta risale al 1664; il campanile odierno, che prima era a vela, è del 1934. Nel 1986, è stato possibile un consistente restauro conservativo che ha interessato anche il pavimento alla veneziana.

Organizzato da: Associazione Culturale Sexto
Con il sostegno di: Regione Friuli Venezia Giulia, Friuli Venezia Giulia Turismo, Fondazione Friuli