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Renato Tomasini, CEO di Ondatlc

ONDATLC lascia l’Italia e ritorna in Austria. CEO Renato Tomasini: “Scarsa attenzione per un’impresa italiana, sul prezzo vincono sempre le multinazionali cinesi”

  • Categoria dell'articolo:Dalle Aziende
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Era il gennaio del 2020, quando da ONDATLC, brand Italiano basato in Austria leader nel campo delle tecnologie per le telecomunicazioni, con headquarters nel Parco Tecnologico e Scientifico di Klagenfurt, in Carinzia, nasceva ONDATLC Italia, nuova società che si affacciava sul mercato nazionale “capitalizzando un brand che ha fornito negli anni milioni di prodotti e sfidando la pandemia”. Un’eredità sulla quale veniva innestata l’innovazione della nuova generazione di device tecnologici, con prodotti 4 e 5G assieme a dispositivi per l’Internet delle cose, per le quali la società da sempre è impegnata con i propri partner per il lancio delle Smart Cities e la trasformazione digitale degli spazi che abitiamo. “Il nostro intento era essere maggiormente presenti nel mercato italiano e dare un ulteriore supporto agli operatori di rete”, spiega il CEO Renato Tomasini, originario di Trieste. Oggi per la società, che aveva in cantiere progetti di ampliamento sulle piazze di Trieste e Roma, le prospettive in Italia sono molto cambiate.

“Il nostro principale cliente è stato TIM – rileva Tomasini – con il quale abbiamo collaborato realizzando importanti obiettivi nel periodo del lockdown. Abbiamo sviluppato un prodotto in tempi record, un PC su specifica Infratel appositamente progettato per la didattica a distanza e distribuito in esclusiva da TIM. Un device molto apprezzato dagli utenti, per il quale ci è stato riconosciuto un merito con il Top 100 Award. Un prodotto ideale anche in termini di costi per le esigenze delle famiglie con un Isee sotto i 20.000€. Tra gli altri, abbiamo fornito anche WIND3 con altri nostri prodotti”.

Al momento, invece, il mercato nazionale sta andando decisamente male. “Quello che emerge soprattutto – sottolinea il CEO – è la mancanza di attenzione per un’impresa che, pur basata all’estero, è italiana nel suo DNA, sia in termini di origini e storia, sia in termini di staff e di management. Si evidenzia un’eccessiva propensione a considerare sempre preferibile un prezzo di acquisto più basso, mettendo al secondo posto la qualità e l’eccellenza del prodotto italiano. E così le grosse multinazionali cinesi, sussidiate dal governo di Pechino per rimanere sui mercati europei, fanno offerte di prezzo insostenibili per chiunque altro, mandando fuori mercato gli altri produttori. Il risultato è che non c’è nessuna azienda, non solo Italiana, ma neanche europea, che possa garantire un minimo di controllo sulla filiera. Questo espone le infrastrutture nazionali a rischi enormi, andando in una direzione esattamente opposta, mi sembra, rispetto alle indicazioni governative attuali”.

Uno scenario preoccupante, che l’azienda si è già attrezzata ad affrontare. “Abbiamo ridotto i margini all’osso – spiega Tomasini – ma l’aggressività delle aziende cinesi negli ultimi mesi è aumentata a seguito della crisi che sta vivendo anche il loro Paese. Mi sarei aspettato più intelligenza dal nostro sistema nazionale ed un approccio più accurato nella scelta dei vendor, ma oggi continua a premiare il miglio prezzo a discapito di investimenti su innovazione non solo di prodotti e tecnologia, ma anche di servizi. Oggi in Italia gli operatori hanno una politica di taglio costi e minimi investimenti perché condizionati da una forte competizione di prezzo sul mercato. Per l’offerta giga, ad esempio, voce illimitata sotto i 15€, mentre per la stessa offerta la tariffa in Austria è 29,90€. Questo genere di mercato, a mio avviso non è sano, a differenza di quanto si possa immaginare. È un mercato a prezzi aggressivi, che ingessa le aziende nella ricerca di innovazione e sviluppo.”

Tomasini non è affatto convinto che lo sviluppo del 5G possa offrire qualche prospettiva di miglioramento. A meno che lo scenario non subisca inaspettati mutamenti – annota – è probabile che si ripeta la stessa situazione che è avvenuta per il 4G, considerando anche che da parte degli operatori italiani, sempre a causa di un problema di costi, gli investimenti in infrastrutture 5G sono ancora irrisori”. Alla luce di queste considerazioni, ONDATLC sta dunque pensando di rientrare in Austria e guarda al altri mercati. “Non ha molto senso essere presenti in Italia – considera il CEO – almeno finché le grandi imprese e gli operatori nazionali non decideranno di seguire le linee guida governative a protezione delle imprese Italiano e dello sviluppo basato sulle competenze interne al Paese. Dunque, a questo punto non ci resta che valutare un piano che sposti persone e competenze dall’Italia all’Austria, e adottare strategie di mercato che si concentrino sui Paesi del nord e centro Europa”.

Il CEO si sofferma poi sulle strategie di prodotto nell’immediato futuro.  “La nostra società – evidenzia – mantiene una posizione importante nello sviluppo e commercializzazione di prodotti di accesso sia per la rete fissa che mobile in tecnologia sia 4 che 5G. Abbiamo sviluppato e continueremo a sviluppare il concetto della customizzazione applicata agli Smartphone per colmare segmenti di mercato, dove i nostri partner ci chiedono di condurli con prodotti di alta tecnologia a costi abbordabili. In sostanza, siamo un partner strutturato per rispondere a tutte le domande del mercato. Continueremo a investire sulla conoscenza del brand da parte di nuove fasce di pubblico a livello internazionale – conclude – puntando in maniera forte anche sul segmento business, che per sua natura richiede una personalizzazione estrema e una capacità di risposta in tempi rapidi, entrambi caratteristiche che fanno parte del nostro DNA”.