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“PPP ti presento l’Albania” di e con Klaus Martini a Gradisca d’Isonzo da mercoledì 28 a venerdì 30 settembre

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Prosegue la rassegna INNESTI Connessioni teatrali affatto prevedibili alla Sala Bergamas di Gradisca d’Isonzo: da mercoledì 27 a venerdì 30 settembre, alle 21, sarà di scena ‘PPP ti presento l’Albania’ un lavoro di e con Klaus Martini, con il sostegno produttivo di Mittelfest. ‘PPP ti presento l’Albania’ mostra l’incontro fra un ventenne figlio di migranti albanesi e Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini. Leggendo questo romanzo, Ilir balza in piedi e corre a recuperare il suo diario dove scrive con entusiasmo: “Gentile P.P.P le scrivo prima di tutto per ringraziarla…”. Inizia così una corrispondenza immaginaria che lo porta a raccontare la migrazione dei suoi genitori, le leggende tramandate dai nonni, le danze e le cerimonie che ritmano la vita del mondo contadino. ‘PPP ti presento l’Albania’ accompagna lo spettatore attraverso una successione di situazioni a specchio. Da una parte, c’è il Friuli di Pasolini. Dall’altra, c’è l’Albania di Ilir, trasparente alter ego di Klaus Martini, che ricava, dal ritrovarsi di Pasolini nella terra d’origine della madre, la spinta a ritrovarsi a sua volta in un mondo dal quale si era disgiunto bambino, dimenticandolo e censurandolo per preservare la possibilità d’una nuova e diversa integrazione.
La rassegna INNESTI si concluderà con ‘Senza fine’, testi di Elisa Menon, Marta Pawlikowska e Karolina Pietrzykowska che sarà proposto dal 6 al 9 ottobre (la domenica alle 17). ‘Senza Fine’ è una performance immersiva site specific sul tema del cambiamento, del tempo che passa e della fine, che riflette sul bisogno di vicinanza e di tenerezza, sul desiderio di contatto con l’altro che ognuno di noi sente e sulla paura che tale desiderio può provocare in noi. Qual è il prezzo che si paga per essere con gli altri, per essere insieme? Quanto rischiamo mostrando la nostra vulnerabilità? Quanto rischiamo nascondendola? Quanto di noi celiamo sotto le maschere quotidiane? Perché abbiamo bisogno degli altri? Cosa significa davvero incontrarsi? Le performer conducono gli spettatori attraverso un universo autunnale delicato e misterioso che combina scene teatrali e poetiche, elementi del teatro Human Specific, giochi e accadimenti pensati per lo spazio specifico in cui si lavora. ‘Senza Fine’ parla del tempo della fine, dell’autunno, della ciclicità dell’esistenza, del buio, ed in quel buio accende una luce per celebrare la vita attraverso l’incontro, condividendo uno spazio, un tempo e un’esperienza speciale.