Continua così l’impennata del Gruppo di Talmassons che nel 2019 ha raggiunto il fatturato di 27 milioni di euro e che già nel primo quadrimestre del 2020 registrava un carico di ordini superiore del al budget previsto per il periodo e che, nonostante il COVID-19, prevede una crescita anche per l’anno in corso.
Una performance che conferma il trend positivo che l’azienda sta vivendo negli ultimi anni e che non sembra temere battute d’arresto nonostante la tenuta del sistema economico internazionale sia più incerta che mai.
“È plausibile sostenere che riusciremo a chiudere il 2021 con un fatturato aggregato di Gruppo che supererà i 32 milioni (25 milioni per Refrion srl) ma è ancora precipitoso parlarne – interviene Daniele Stolfo, amministratore unico di Refrion – Una cosa però è certa fin da ora: le strategie di business impostate stanno già portando a considerevoli risultati, in particolare la nostra Camera Climatica, che è riconosciuta come l’area test più grande d’Europa dedicata ai raffreddatori di liquido e ci mette nella condizione di essere considerati una delle aziende più qualificate del continente.”
Per Refrion, la parola d’ordine è diversificare l’offerta per rivolgersi ai mercati in evoluzione e rispondere alle molteplici esigenze.
Così il Gruppo ha deciso di implementare lo sviluppo commerciale affacciandosi al settore energetico: impianti di cogenerazione, tri-generazione, geotermia, biogas o nucleare. Un campo in cui Refrion è scesa con tutte le carte in regola: bilanci solidi, sì, ma soprattutto molteplici case history di successo, significative agli occhi degli addetti ai lavori per dimensioni e per complessità, come gli impianti forniti per i data center del Parlamento Europeo o per importanti istituti bancari internazionali, realizzati adottando soluzioni tecnologiche all’avanguardia e sempre sviluppate su misura, assecondando le diverse necessità di refrigerazione dei liquidi e valutando con estrema capacità di analisi le condizioni in cui ogni macchinario verrà installato.
Il progetto di Bridgwater prevede la realizzazione e fornitura di 128 unità di raffreddamento (dry cooler) studiati ad hoc per far fronte alle necessità di un impianto ausiliario alla centrale nucleare. Una gara che ha messo a confronto i più prestigiosi player internazionali nel settore ma è stata la tecnologia, l’affidabilità e l’intraprendenza Refrion ad avere la meglio.
Per oltre un anno, tutti i collaboratori hanno dato il massimo per vincere questa sfida che proprio in questi giorni è passata alla fase produttiva e che impegnerà l’azienda nei prossimi due anni.