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Lojze Spacal, Bora scura in Carso, 1995

“Se da contrari venti è combattuto” mostra internazionale a cura di Massimo Premuda, opening giovedì 23 settembre alla DoubleRoom arti visive di Trieste

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La mostra internazionale “Se da contrari venti è combattuto” a cura di Massimo Premuda si apre giovedì 23 settembre, alle ore 18, presso il DoubleRoom arti visive di Trieste, in via Canova 9. Nove artisti analizzano le relazioni fra arti visive, letteratura e territorio fra Carso e mare, nella cornice delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e nell’ambito della settima edizione de L’Energia dei Luoghi / Festival del Vento e della Pietra, organizzato dall’associazione Casa CAVE di Visogliano/Vižovlje, sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Slovenia a Trieste e il Museo della Bora di Trieste.

“Traendo ispirazione da una terzina di Dante” – afferma il curatore, Massimo Premuda – “la mostra esplora i numerosi aspetti del vento partendo da suggestioni poetiche e filosofiche per giungere così a riflessioni naturalistiche e sociali. L’esposizione parte con due suggestivi omaggi fotografici ai due grandi poeti che soggiornarono presso il Castello di Duino in due periodi storici diversissimi: Dante Alighieri e Rainer Maria Rilke. In entrambi però – continua Premuda – natura e poesia, paesaggio e parola si intrecciarono indissolubilmente, e proprio da qui ha origine la ricerca fotografica di Davide Maria Palusa ispirata al tormentato amore di Paolo e Francesca, i cui celebri versi del V Canto dell’Inferno della “Divina Commedia”: “Io venni in loco d’ogni luce muto, / che mugghia come fa mar per tempesta / se da contrari venti è combattuto” si narra che siano stati scritti da Danteproprio sullo scoglio nella Baia di Duino che ancora oggi porta il suo nome, quando fu ospite al Castello, quale ambasciatore di Cangrande della Scala”.

Il percorso espositivo continua con il lavoro fotografico di Nika Furlani sulle falesie del sentiero Rilke, ripercorrendo le romantiche ispirazioni delle indimenticabili “Elegie duinesi” di Rainer Maria Rilke. Viene proposto in video anche un secondo lavoro sul sommo poeta, la performance partecipativa “L’urlo di Dante” realizzata dall’artista Fabiola Faidiga. La mostra prosegue con le tavole dell’illustratrice triestina Sara Paschini da “La bora e il ragioniere” di Gianni Rodari e continua con una potente intuizione dell’artista croato Damir Stojnić, che mette in relazione visiva i diversi volumi di un’enciclopedia con i codici del nostro DNA in infinite combinazioni possibili di saperi. La mostra si chiude infine con alcuni prestiti importanti, presentando “Bora scura in Carso”, una grafica del 1995 del grande Lojze Spacal, che nell’essenzialità del segno, riesce a riassumere corpo e anima del Carso, frutto della collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Slovenia a Trieste, e ancora due lavori dal taglio tipografico dalla collezione d’arte del Museo della Bora di Trieste: una stampa in edizione limitata elaborata per BoraMata 2018 dall’associazione Typos con un originale trattamento (tipo)grafico di un frammento de “Il mio Carso” di Scipio Slataper, e “L’amante della Bora è il rumore del mare” di Alessandra Spigai, opera realizzata con caratteri di stampa mobili.

L’esposizione avrà anche un’implementazione dei contenuti in realtà aumentata durante il periodo di apertura al pubblico, fino al 5 novembre: partendo dalle opere bidimensionali in mostra si entrerà nella terza dimensione del paesaggio triestino, che dal Carso al mare è plasmato dalla furia della Bora. L’artista multimediale Antonio Giacomin realizzerà dei contenuti extra, splendide panoramiche a 360° dei luoghi descritti nella seconda dimensione che, tramite maschere immersive, trasporteranno i visitatori a spasso nel nostro territorio, dallo scoglio di Dante alle falesie di Rilke di Duino, dal centro storico di Trieste di Rodari ai paesini del Carso di Spacal.