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La biblioteca dopo morte conte

Ultimata la prima parte della catalogazione della Biblioteca storica Coronini (Gorizia) nel Sistema Biliotecario Nazionale

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Si è concluso in questi giorni il lavoro di catalogazione nel Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN) dei primi 1.898 volumi della Biblioteca Storica Coronini Cronberg (Gorizia). L’intervento, realizzato grazie al contributo concesso dalla Regione nell’ambito dell’avviso pubblico per studi e ricerche storiche, è stato condotto dalla Cooperativa CAeB di Milano con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Gorizia, dove la Biblioteca Coronini è in deposito. Comprendente oltre 21.000 volumi, la Biblioteca Coronini Cronberg prese forma dal secondo dopoguerra, assorbendo sforzi e risorse economiche del conte  Guglielmo Coronini Cronberg, intenzionato a ricostituire la “bella, antica” biblioteca di famiglia andata distrutta durante la Seconda guerra mondiale. Sicuramente annoverabile tra le raccolte private più importanti della Regione, comprende un pregevole fondo antico con manoscritti, incunaboli, cinquecentine ed edizioni del XVII e XVIII secolo, libri di contenuto storico e storico-artistico, raccolte di fonti edite riunite da Guglielmo Coronini per la preparazione della sua opera storica “Gorizia comitale”, testi scientifici provenienti dalla biblioteca di Carmen Coronini Cronberg (1885-1968), prima donna eletta professore ordinario di medicina all’Università di Vienna, collezioni di stampati e numerosi periodici d’interesse soprattutto locale. Si tratta di opere in varie lingue: ebraico, francese, inglese, italiano, olandese, serbo-croato, sloveno, tedesco, turco, ungherese. L’auspicio è che la Fondazione Coronini riesca a reperire quanto prima i fondi per riuscire a proseguire il lavoro di catalogazione rendendo finalmente accessibile al pubblico l’intera biblioteca.
Nel 1991, dopo la morte del conte e l’istituzione della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, la biblioteca fu depositata, insieme all’Archivio Storico, all’Archivio di Stato di Gorizia, dove fu sottoposta a disinfestazione e a un primo intervento di schedatura preliminare di 2.419 schede. Di questo lavoro restava solo una stampata cartacea di 635 pagine consultabile all’Archivio stesso e una catalogazione inventariale short-title della parte restante del fondo. Non era stato possibile invece, finora, procedere all’inserimento del ricco e pregiato fondo nel Sistema Bibliotecario Nazionale, quotidianamente consultato da milioni di utenti e che consente di effettuare ricerche bibliografiche nel catalogo collettivo delle biblioteche italiane.
Tra i volumi catalogati in questa prima fase vi sono, in particolare, quelle conservate originariamente nella sala della Biblioteca di Palazzo Coronini, dove il conte Guglielmo, appassionato studioso di storia e arte, aveva riunito le opere che maggiormente riflettevano i propri interessi: ne fanno parte una raccolta di Storia Patria con una poderosa sezione di testi di storia locale tra cui molte edizioni relative alla storia del Friuli, di Gorizia, delle Tre Venezie, della Carniola e della Carinzia. Tra queste, si segnala come una delle opere più interessanti, una rara edizione completa della “Gazzetta Goriziana”, pubblicata dal tipografo Valerio de’ Valerj dal 1774 al 1776, primo giornale settimanale apparso nei territori dell’attuale Friuli Venezia Giulia.
Opere di carattere giuridico, anche antiche e pregiate, si accostano a volumi di letteratura e teatro italiani, tedeschi, francesi e, in minor misura, inglesi. Particolare attenzione è poi riservata alla storia della nobiltà locale, con i settecenteschi Libri d’oro e  con le edizioni originali delle opere di Rodolfo Coronini Cronberg, dal Tentamen Geneaologico Chronologicum (1753) ai Fasti Goritienses (1769) una delle personalità di maggior spicco della realtà culturale goriziana del Settecento. Non mancano infine vere e proprie pietre miliari della cultura occidentale, come le due edizioni cinquecentesche del Dioscoride del medico Andrea Mattioli, arricchite dalle belle illustrazioni xilografiche dell’udinese Giorgio Liberale, a cui il conte Coronini dedicò un’importante ricerca, e una copia, seppure incompleta, della famosissima Encyclopédie di Diderot e d’Alambert.