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"COPENAGHEN" di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice regia Mauro Avogadro

Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice in “Copenaghen” a San Vito al Tagliamento

  • Categoria dell'articolo:Pordenone
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Sul palco tre grandi interpreti: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice

Copenaghen di Michael Frayn in scena a San Vito al Tagliamento

Sul palco l’incontro avvenuto nel 1941 tra i fisici Heisenberg, Bohr e la moglie Margrethe

SAN VITO AL TAGLIAMENTO – AUDITORIUM CENTRO CIVICO
Venerdì 21 dicembre 2018 – ore 20.45

San Vito al Tagliamento Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice (foto Marco Caselli Nirmal) sono i tre attori che chiuderanno il 2018 di SanVitoTeatro, la stagione promossa da ERT e amministrazione comunale. Venerdì 21 dicembre alle 20.45 l’Auditorium Centro Civico ospiterà l’unica data nel Circuito regionale di Copenaghen, pièce scritta nel 1998 dal drammaturgo inglese Michael Frayn.

Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice - foto Marco Caselli Nirmal

“Perché Werner Heisenberg è venuto a Copenaghen?”. È questa la domanda che si pone Margrethe Bohr, moglie di Niels, all’inizio dello spettacolo. E a questa domanda lo spettacolo cerca di dare una risposta. 

I fatti: nel 1941 il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini a un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr, il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi. Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era per metà ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O, al contrario, essendo mosso da scrupoli morali, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione?
Su questi presupposti l’autore dà vita ad un appassionante groviglio in cui i piani temporali si sovrappongono, dando un valore universale alle questioni poste dai protagonisti.
Le diverse ipotesi fatte all’epoca vengono enunciate una dopo l’altra e quindi vengono messi in scena diversi incontri tra i due fisici, con diversi andamenti.
Come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quindi, la drammaturgia riprende quel Principio di Indeterminazione e di Complementarietà pronunciati molte volte nella pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività ad opera di Einstein.

Non è possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse verità perché una verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto.

Maggiori informazioni al sito www.ertfvg.it e chiamando il Punto IAT di San Vito al Tagliamento (0434 80251).