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Il Teatro La Contrada riapre il sipario con “L’estinzione della razza umana” venerdì 30 settembre al Teatro Bobbio di Trieste

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Il sipario del Teatro Bobbio di Trieste si riapre con il primo evento speciale: venerdì 30 settembre alle ore 20.30 l’appuntamento è con lo spettacolo “L’estinzione della razza umana”, scritto e diretto da Emanuele Aldrovandi, una commedia tragicomica e assolutamente divertente che racconta di due coppie che si scontrano nell’androne di un palazzo durante una pandemia causata da un virus che trasforma gli esseri umani in tacchini. Il riferimento al recente passato pandemico non è però l’oggetto della narrazione, ma un punto di partenza per riflettere su temi più vasti: le ansie contemporanee legate all’ambiente, l’idea di concepire o meno figli, l’ipocrisia dei rapporti umani che finiscono per deflagrare in un perfetto meccanismo di cinica comicità.

Selezionato da Eurodram 2022, il comitato che segnala le migliori novità drammaturgiche adatte alla circuitazione internazionale, “L’estinzione della razza umana” è interpretato da Giusto Cucchiarini, Eleonora Giovanardi (già apprezzata anche al cinema e sul piccolo schermo nel film di Checco Zalone “Quo vado?” e nella serie Rai “L’alligatore” di Daniele Vicari), Luca Mammoli, Silvia Valsesia e Riccardo Vicardi, con la partecipazione vocale di Elio De Capitani che, spiega Aldrovandi, «si è prestato a fare il presidente che annuncia all’Italia la chiusura e le misure restrittive. Siamo onorati di iniziare lo spettacolo con la sua voce».

«Lo spettacolo prende spunto da quello che abbiamo recentemente vissuto e gli spettatori si ritroveranno in certi dialoghi e nei litigi dei personaggi», anticipa l’autore. «Ma non è una cronaca diretta di quello che è successo: è un’ambientazione, uno spunto per andare altrove, per riflettere in modo catartico su di noi e sui valori che orientano le nostre vite».

Un momento importante del confronto fra le due coppie ruota attorno a una domanda delicatissima: è opportuno fare dei figli in un mondo che rischia di non arrivare al 2050?  «Tutti i personaggi, in un momento di difficoltà, vanno in crisi e non sanno più a cosa attaccarsi, perché i valori che professano e che credono orientino le loro vite in realtà hanno una contraddittorietà interna che emerge nel momento dello scontro. Io stesso mi sono messo in crisi: mia figlia è nata un mese prima della pandemia e ho scritto un testo che contiene un’invettiva contro la procreazione! Se non avessi sentito questa forte contraddizione interna, non mi sarebbe venuta voglia di scriverlo».

“L’estinzione della razza umana” esprime anche un’idea precisa di teatro: «Per me la funzione civile del teatro non è quella di fare proselitismo, che anzi a volte è controproducente, ma di creare dubbi. Questo spettacolo non parla di politica: parla di esseri umani che diventano genitori durante una crisi ambientale e altri esseri umani che maledicono perché non sanno più come combattere, parla della gestione di una pandemia e dei valori a cui ci aggrappiamo quando tutto ci frana sotto ai piedi. Senza offrire soluzioni, ma espandendo i dubbi. E questo, come atteggiamento, credo abbia una grande valenza anche “politica”. Perché il teatro può essere un luogo in cui non semplificare temi complessi, ma anzi indagarne la complessità. Come diceva Emil Cioran, “chi pensa di aver ragione è il peggior nemico di una società tollerante”».

Spettacolo in omaggio a 3€ per tutti gli abbonati della Contrada. Campagna Abbonamenti 2022/23 in corso. Biglietti e abbonamenti presso TicketPoint, Teatro Orazio Bobbio, sulla nuova App della Contrada e sul sito www.contrada.it.