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Incontri Fotografici: Alla scoperta della Trieste del 900 con le fotografie di Penco

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Venerdì 22 febbraio, ore 20.30, nell’ex Barcaccia in piazza Perugino 7, Trieste

Incontri Fotografici: Alla scoperta della Trieste del 900 con le fotografie di Penco

Prima serata di incontri fotografici organizzata dall’Associazione Centofoto – Concentrato di fotografia.

Torniamo indietro nel tempo con le fotografie di una Trieste spensierata e magica, la nostra città dal 1900 al 1950 fotografata da Francesco Penco, un fotoreporter in anticipo sui tempi i cui scatti sono capaci di restituire più sfumature, momenti, espressioni di qualsiasi altra testimonianza, per quanto diretta. 

Appuntamento venerdì 22 febbraio alle 20.30 nel locale “ex Barcaccia”, in Piazza del Perugino 7,  a Trieste, per una serata con aperitivo di benvenuto e cena (bevande senza limite) insieme a Claudio Ernè (giornalista professionista e firma storica del quotidiano triestino “Il Piccolo”, si occupa di fotografia dal lontano 1962), che ci racconterà le foto di Penco.

Per gli associati Centofoto: 20 euro; entrata senza tessera: 25 euro

Per i non associati: info tramite la pagina Centofoto – Concentrato di fotografia o email: associazione@centofoto.it

Obbligatoria la prenotazione

Fotoreporter in anticipo sui tempi. Testimone delle vicende del Novecento, quando Trieste e le terre circostanti diventarono il campo di battaglia di due guerre mondiali. Fotografo delle dinastie che hanno segnato l’economia giuliana. Ritrattista di cantanti lirici, uomini politici e di cultura così come di decine di persone che ne riconoscevano le capacità, la sensibilità e talvolta l’ironia.

Francesco Penco è stato tutto questo ma anche molto altro. Ha fotografato la “modernità” che invadeva la città con i suoi palazzi, i suoi tram, le sue fabbriche, le auto, le enormi navi, le nuove divise e violenze. Ma è stato anche un fotografo – girovago che ha puntato il suo obiettivo sul crollo del campanile della Basilica di San Marco a Venezia, sulle banchine e sulle navi presenti nel porto di Fiume, su Lubiana, Capodistria, Monfalcone, Udine. Alcune centinaia delle sue lastre di vetro, in sintesi i cosiddetti “negativi”, si sono salvate dall’oblio e dalla distruzione e testimoniano la sua attività al di fuori dei suoi studi di piazza della Borsa prima e di Contrada del Corso poi. Ma in questi anni si sta assistendo anche alla progressiva riemersione delle immagini stampate su carta e dei filmati – cinegiornali ante litteram – che l’autore ha realizzato nel mezzo secolo della sua attività conclusasi assieme alla sua vita il 29 dicembre 1950: questo ritorno in superficie del suo lavoro consente ora di spiegare perché Francesco Penco può essere definito una dei “grandi” della fotografia non solo triestina.