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Festival vicino/lontano dal 3 al 7 maggio a Udine

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È “potere” la parola-chiave della 19ª edizione del festival vicino/lontano, che torna a Udine con il Premio Terzani dal 3 al 7 maggio, anticipato da un cartellone di eventi – anteprima dal 28 aprile. In programma, complessivamente, 80 appuntamenti che vedranno protagoniste 200 personalità dal mondo delle scienze, della letteratura, dell’arte, dello spettacolo e dell’informazione. Fra i protagonisti, italiani e internazionali, ci sono anche Gaël Giraud, Vera Politkovskaja, Lucio Caracciolo, Miguel Benasayag, Francesca Mannocchi, David Reynolds, Farian Sabahi, Ivan Dimitrijević, Fariborz Kamkari, Fabrizio Gatti, Annarosa Buttarelli, Guido Crainz, Fabio Chiusi, Floriana Bulfon, Raffaele Simone, Federico Cabitza, Stefan Boskovic, Iulian Ciocan, Luciana Borsatti, Marino Sinibaldi, Guido Barbujani, Elettra Stamboulis, Francesco Vignarca, Alberto Negri, Gabriella Caramore, Giovanni Boniolo, Valerio Pellizzari, Wissal Houbabi, Gilberto Corbellini, Alberto Cairo, Pier Aldo Rovatti, Stefano Massini.
Zerocalcare, alias Michele Rech, per No Sleep Till Shengal (Bao Publishing) è il vincitore della 19^ edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, riconoscimento istituito e promosso dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine insieme alla famiglia Terzani, nel nome del giornalista e scrittore fiorentino. Michele Rech riceverà il Premio Terzani nella serata evento di sabato 6 maggio a Udine (ore 21, Teatro Nuovo Giovanni da Udine).
Zerocalcare – si legge nella motivazione – ci consegna un reportage di irresistibile presa fin dalla prima tavola, fin dal primo fumetto, che contiene già un universo di pensieri, una visione originale del mondo e l’impegno di una coscienza che è impossibile mettere a tacere”. No Sleep Till Shengal è il racconto del viaggio compiuto nella primavera del 2021 da Zerocalcare, insieme a una delegazione italiana, nel nord dell’Iraq, a Shengal. Tra dolore, rabbia, paura, e sempre sotto la guida del dubbio e dell’autoironia, a cancellare ogni rischio di retorica, immagini e parole documentano le condizioni di vita e la lotta della comunità irachena degli ezidi, un popolo sopravvissuto al genocidio dell’Isis, protetto dalle milizie curde, con cui condivide il progetto politico di confederalismo democratico, che prevede uguaglianza di genere, giustizia sociale, convivenza tra i popoli, rispetto per l’ambiente: “Tutta roba che ci serve pure a noi”  scrive Zerocalcare, e aggiunge che quelli sono “i posti in cui bisogna stare… tra uomini e donne che stanno capovolgendo una società ingiusta e oppressiva radicata da secoli”.  Gli fa eco Angela Terzani: “Esattamente come pensava Tiziano, che partiva per imparare dagli altri, non certo per distribuire consigli”. No Sleep Till Shengal racconta una storia che la geopolitica ha rimosso dalla sua narrazione e di cui nessuno vuol sentir parlare.  Zerocalcare lo fa attraverso il segno essenziale della sua matita, capace di costruire personaggi indimenticabili, icone del nostro tempo e maschere delle nostre nevrosi. Un segno capace di restituire atmosfere e situazioni di dolore assoluto, che esigono silenzio, pudore e rispetto, perché nessuna parola potrebbe raccontarle. “Ed è per questa pietà senza retorica – conclude la motivazione –, che non rinuncia a immergersi nell’abisso di indicibili massacri, pur conservando lo stupore e l’innocenza dello sguardo; per la capacità di raggiungere i giovani e i meno giovani con un linguaggio contemporaneo” che la giuria ha deciso di conferire il Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani 2023 a No Sleep Till Shengal. “Tiziano diceva spesso – ha commentato ancora Angela Terzani – che solo chi lascia il cuore volare è capace di pensare “diversamente”. Ed è questo di cui oggi avremmo bisogno. L’indagine di Zerocalcare, per la sua autentica curiosità e la sua attenzione verso quelli che di solito nessuno ascolta, non può che produrre un pensiero “diverso”, certamente non banale né omologato”.
La Giuria che ha assegnato il Premio Terzani 2023 è composta da Enza Campino, Toni Capuozzo, Marco Del Corona, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Nicola Gasbarro, Ettore Mo, Carla Nicolini, Marco Pacini, Paolo Pecile, Remo Politeo, Marino Sinibaldi.

Il programma completo del festival è online sul sito vicinolontano.it

INCONTRI E CONFRONTI

Vicino/lontano 2023 si aprirà (mercoledì 3 alle 19.30) con un dibattito dedicato alla “metamorfosi dei poteri” che vedrà l’intervento dell’economista e matematico gesuita Gaël Giraud, della sociologa Mariarosa Ferrarese e del filosofo Giovanni Leghissa, sollecitati dall’antropologo Nicola Gasbarro a rispondere a una domanda cruciale: dove si nascondono i nuovi poteri che ancora dobbiamo imparare a riconoscere mentre un’economia senza etica, concentrata nelle mani di pochi, produce sempre più diseguaglianze e ci porta al disastro ambientale? Il festival 2023 affronterà poi questioni eminentemente geopolitiche: la deglobalizzazione, con il direttore di LiMes Lucio Caracciolo; il silenzio calato sull’Afghanistan con il fisioterapista Alberto Cairo che si occupa di riabilitazione delle vittime di guerra in Afghanistan dal 1990, del dottore di ricerca Fabrizio Foschini e del giornalista Valerio Pellizzari; la rivoluzione delle donne in Iran con i giornalisti Luciana Borsatti e Alberto Negri, il regista e scrittore Fariborz Kamkari, la scrittrice e storica Farian Sabahi e l’artista attivista Gianluca Costantini. Del potere perduto dei giovani discuteranno i sociologi Stefano Allievi e Maurizio Merico, la demografa Mariagrazia Tanturri, la presidente di LegaCoop FVG Michela Vogrig e la poetessa, artista e performer Wissal Houbabi; dell’uso strumentale della storia da parte del potere parleranno lo storico Guido Crainz, la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi e il giornalista e critico letterario, direttore del Centro del libro e della lettura Marino Sinibaldi, mentre lo storico Andrea Zannini  analizzerà il controverso caso delle foibe. Di come dare forza al pensiero alternativo, messo all’angolo da chi sta al potere, parleranno la giornalista Annalisa Camilli, l’attivista di Ultima Generazione Simone Ficicchia e l’ex sindacalista Valter Molinaro; del potere reale dell’intelligenza artificiale – tema di cruciale rilevanza e attualità – discuteranno lo scienziato Federico Cabitza, la filosofa della scienza Teresa Numerico e il ricercatore e saggista  Fabio Chiusi; dell’internazionale del malaffare la giornalista Floriana Bulfon, dell’arte come contropotere la scrittrice e curatrice Elettra Stamboulis; delle istanze del pacifismo, in un clima avvelenato dalla necessità di armare la resistenza ucraina i giornalisti Matteo Pucciarelli e Roberta Giani, direttrice de il Piccolo, e il coordinatore della Rete Disarmo Francesco Vignarca; come le guerre hanno trasformato l’Europa, dalla prima guerra mondiale all’Ucraina, sarà il tema della lectio dello storico inglese David Reynolds (in collaborazione con Friuli Storia), mentre il ricercatore Federico Venturini e la giornalista e attivista curda Havin Guneser parleranno del movimento di liberazione curdo e del relativo progetto di confederalismo democratico (in collaborazione con UdineperNûdem). Vera Politkovskaja, giornalista e documentarista, figlia di Anna Politkovskaja (Premio Terzani 2007, alla memoria) racconterà la vita e la passione per la verità di sua madre, in dialogo con il giornalista Andra Filippi, membro della giuria del Premio Terzani. E un vincitore del Premio Terzani, Fabrizio Gatti (per “Bilal” nel 2008) tornerà al festival per presentare il suo nuovo lavoro, “Nato sul confine”, in dialogo con la giornalista Anna Dazzan e accompagnato dalle letture di Manuel Buttus e Roberta Colacino. La presidente della giuria del Premio Angela Terzani presenterà in dialogo con Àlen Loreti il suo diario di vita con Tiziano Terzani “L’età dell’entusiasmo”. “Non uccidere. Per una cultura della pace” è il titolo del libro postumo di Pierluigi Di Piazza che verrà presentato in anteprima al festival, a un anno dalla sua morte, dal fratello Vito Di Piazza e dalla docente e scrittrice, oltre che autrice radiofonica Gabriella Caramore, con la moderazione del direttore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini. Del potere esercitato in nome di Dio nei regimi teocratici discuteranno la filosofa Annarosa Buttarelli e il docente di filosofia politica alla Gregoriana Rocco d’Ambrosio,moderati dall’antropologo Nicola Gasbarro. La cancel culture e il suo tentativo di rileggere, riscrivere e manipolare i fatti, sarà il tema dell’incontro che vedrà coinvolti lo scrittore Christian Raimo e la docente di Letterature comparate e teorica della letteratura Sergia Adamo. Il senso della pena sarà il tema della conversazione tra la direttrice generale per l’Esecuzione penale esterna e di messa alla prova del Ministero della Giustizia Lucia Castellano e la giornalista Luana De Francisco (in collaborazione con il progetto “Il piacere della legalità?”); del diritto naturale di ogni individuo all’abitare parleranno l’antropologo Andrea Staid e il presidente dell’Ordine degli architetti di Udine e provincia Paolo Bon, mentre il nichilismo del potere nella cultura russa sarà il tema del dialogo tra i filosofi Jvan Dimitrijević, docente all’Università di Varsavia, e Beatrice Bonato, presidente della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana, che insieme ai filosofi Caterina Diotto, Raoul Kirchmayr e Manlio Iofrida presenterà il quaderno “Edizione 2022. La filosofia e la crisi ecologica”, che raccoglie il lavoro di riflessione di un anno della Sezione; “Il soggetto e l’altro. Quando evapora il nome del padre” è il titolo del seminario della Scuola lacaniana di psicoanalisi-Udine che coinvolgerà gli psicologi e psicoterapeuti Gelindo Castellarin, Laura Martini e Laura Storti. Delle molteplici imprese di Elon Musk e della sua convinzione di poter salvare il mondo, discuteranno Fabio Chiusi, autore del saggio “L’uomo che vuole risolvere il futuro”, e lo scrittore e giornalista scientifico Roberto Manzocco, mentre libertà e sorveglianza saranno il tema della lezione del filosofo Pier Aldo Rovatti. Sollecitato dal ricercatore dell’Università di Udine Gabriele Giacomini, parlerà delle diseguaglianze nell’accesso alle cure mediche il filosofo della scienza Giovanni Boniolo, impegnato poi anche in un confronto incentrato su scienza, potere e democrazia con i genetisti Guido Barbujani e Michele Morgante e il docente di Storia della medicina e bioetica Gilberto Corbellini. Potere e sovranità nell’età neoliberale sarà il tema della lezione del filosofo Giovanni Leghissa, il potere simbolico quello della lezione dell’antropologo culturale Tiziano Possamai, mentre la giornalista Fabiana Martini, l’economista Roberta Nunin e la docente di Letterature comparate e teorica della letteratura Sergia Adamo animeranno un focus dedicato alle donne al governo e al loro diverso modo di esercitare la responsabilità. La lectio magistralis del giornalista e opinionista Beppe Severgnini precederà la cerimonia di Graduation dell’Executive Master in Business Administration dell’Università di Udine (venerdì sera al Teatro Nuovo Giovanni da Udine).
Ancora al festival la presentazione – in anteprima nazionale e in collaborazione con Bottega Errante per il progetto “Voci a Est” – dei romanzi “Il ministro” di Stefan Bošković, che dialogherà con il giornalista Oscar d’Agostino, e “Prima che Brežnev morisse” di Iulian Ciocan, che dialogherà con lo storico Andrea Zannini. Sempre in anteprima verranno presentati  “Z. La guerra del soldato Kostantin”, un diario romanzato basato su un documento reale perso da un soldato russo di cui si conosce solo il nome, e – per Filosofia in Città 2023 e a cura della Sezione FVG della Società  Filosofica Italiana –  il n 397 di aut aut “L’uomo è antiquato?”, con il direttore di aut aut, il filosofo Pier Aldo Rovatti, la docente di Estetica e letteratura tedesca Micaela Latini, il redattore di aut aut Alessandro Di Grazia e la presidente della SFI-FVG Beatrice Bonato. Completano il programma un incontro, a cura dell’ARLeF, sulla letteratura in lingua minoritaria a partire dall’opera che ha forse cambiato per sempre la letteratura sarda: S’intelligèntzia de Elias di Giuseppe Corongiu
, che dialogherà con lo scrittore friulano Gianluca Franco, mentre l’attore Paolo Mutti ne leggerà alcuni brani tradotti in friulano; sempre a cura dell’ARLeF il focus dedicato all’ebraico moderno e alla straordinaria vitalità di una lingua millenaria con la docente di lingua e letteratura ebraica Anna Linda Callow e il Rabbino Capo della comunità ebraica di Trieste Eliahu Alexander Meloni, moderati dal direttore dell’ARLeF William Cisilino. L’esperienza del gioco e della pratica artistica nel contesto della salute mentale saranno al centro dell’incontro che vedrà coinvolti l’artista e fotografa Giulia Iacolutti, l’educatore e insegnante Igor Peres e l’antropologo culturale Tiziano Possamai, mentre il documentario “AMI suono dunque sono” di Elia Ferandino racconterà la felice realtà di inclusione musicale realizzata da un progetto della scuola di musica Ritmea di Udine. Massimo Zamboni porterà al festival il suo “Bestriario selvatico”, in dialogo con il curatore di vicino/lontano mont Claudio Pellizzari. Le librerie della città ospiteranno le presentazioni degli ultimi lavori di Laila Wadia, Geia Laconi, Edoardo Greblo, Gianluca Costantini (con Elettra Stamboulis), Luciana Borsatti e Farian Sabahi (queste ultime in dialogo con Rita Maffei), Stefano Allievi, Annarita Briganti, Luigi Sepe, Fariborz Kamkari (con Fabiana Dallavalle), Raffaele Simone (con Marco Pacini).
Il percorso di riflessione del festival si chiuderà (domenica 7, alle 18) con una nota di speranza, portata da Miguel Benasayag, psicoanalista e filosofo franco-argentino che nell’intervista della filosofa Beatrice Bonato proporrà un’analisi dei rapporti tra vita e potere volta a far emergere i modi in cui i viventi, seppure sempre più catturati nelle maglie di una governance pervasiva, possano almeno in parte, e “malgrado tutto”, sottrarvisi.

GLI SPETTACOLI E I CONCERTI

“Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande” è il titolo dello spettacolo di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno che CSS Teatro Stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia e vicino/lontano propongono insieme (mercoledì 3 maggio alle 21) al Teatro San Giorgio per ricordare un grande intellettuale prematuramente scomparso. Leogrande fu candidato con il suo La frontiera al Premio Terzani 2018. L’azione performativa “Crossing Lines”, con Roberto Cocconi e i danzatori della Compagnia Arearea, sarà l’occasione per presentare il progetto“GO Towards” (giovedì 4 maggio alle 18). A grande richiesta, da vicino/lontano 2022 verrà riproposto il toccante e più che mai necessario appello per la pace, in Israele e altrove, di “Due padri”, lettura scenica a cura di Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana, dal libro vincitore del Premio Terzani 2022, Apeirogon di Colum McCann (giovedì 4 alle 21). In occasione della premiazione del Concorso Scuole Tiziano Terzani e in replica per il pubblico del festival all’Oratorio del Cristo (domenica 7 alle 18), gli allievi del primo anno di corso della Civica Accademia d’arte drammatica Nico Pepe proporranno lo spettacolo, per la regia di Claudio de Maglio, “La primula e il temporale”, ispirato al corto pasoliniano “Cosa sono le nuvole”. Aprirà il programma della giornata di domenica il tradizionale concerto mattutino della Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni, con un programma mozartiano eseguito con la partecipazione della talentuosa pianista sedicenne Claudia Vento. A chiudere il festival 2023 (domenica 7 alle 21) sarà lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, trionfatore ai Tony Awards 2022, che racconterà al pubblico di vicino/lontano il suo ultimo, attualissimo lavoro, Manhattan Project, ballata “fluviale” che ripercorre il progetto americano di costruzione della bomba atomica, a opera degli scienziati ebrei espatriati dall’Europa nazista, con conseguenze globali.