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“La Roba” di Giovanni Verga dal 23 al 26 marzo al Teatro Orazio Bobbio di Trieste

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La figura emblematica di Mazzarò e i vinti della Sicilia di fine dell’Ottocento, travolti dalla “fiumana del progresso”, che possono sopravvivere solo aggrappandosi ai beni materiali, alla “roba”: le celebri novelle di Giovanni Verga arrivano al Teatro Orazio Bobbio di Trieste, rielaborate da Micaela Miano in una versione inedita per i cento anni dalla morte dello scrittore siciliano, nello spettacolo “La roba”, interpretato dal grande Enrico Guarneri e con la regia di Guglielmo Ferro. “La roba” è in scena al Bobbio dal 23 al 26 marzo (repliche alle ore 20.30, domenica alle ore 16.30): Enrico Guarneri è accompagnato dalla compagnia di Progetto Teatrando composta da Giampaolo Romania, Nadia De Luca, Francesca Ferro, Rosario Marco Amato, Elisa Franco, Alessandra Falci, Gianni Fontanarosa, Giuseppe Parisi e Maria Chiara Pappalardo. Lo spettacolo è il decimo appuntamento in abbonamento della stagione 2022/2023 del Teatro La Contrada.

Nella sua produzione letteraria, sono i più umili quelli che Giovanni Verga porta alla ribalta, gli sconfitti, gli emarginati, figure piegate dagli eventi a una sorte di miseria e stenti. Unica àncora di salvezza è appunto la “roba” che, in Verga, diventa l’ultimo baluardo di una lotta per la vita, per non soccombere al “darwinismo sociale” dell’epoca.

Per raccontarli, Micaela Miano compie un lavoro di rielaborazione drammaturgica originale di alcune delle novelle più celebri dell’autore siciliano, non solo “La roba” ma anche “Jeli il pastore” e “Nedda”. E Guglielmo Ferro porta in scena il testo con uno straordinario gruppo di dieci interpreti che danno corpo sul palco all’universo verghiano.

Nei panni iconici dell’avido Mazzarò di “La roba” c’è Enrico Guarneri: «Questo spettacolo parte dalla novella che conosciamo, un inno alle bellezze dei luoghi filtrati dagli occhi e dalla mente di Mazzarò, col suo patologico attaccamento alla “roba”», spiega l’attore. «Ma visto che il feudo di Mazzarò è immenso, drammaturgicamente l’autrice Micaela Miano e il regista Guglielmo Ferro hanno inserito in quel contesto anche le due vicende corrispondenti a “Jeli il pastore” e “Nedda”. Quindi l’omicidio che commette Jeli per gelosia e la sofferenza di Nedda per la morte del fidanzato, mentre lei è incinta, sono inseriti all’interno de “La roba”. Tutto fa capo a Mazzarò, che è il padrone: è lui che decide come vanno le cose».

Il tema de “La roba”, l’attaccamento ai beni materiali e l’avidità dell’essere umano, sono ancora di grande attualità. «Il desiderio bestiale di Mazzarò di avere sempre più lo porta a passare su tutto e su tutti, anche sopra se stesso. Lo dirà durante lo spettacolo: la sua vita è stata sangue, sudore, fatica e rinuncia», afferma Guarneri. «La sua roba, per lui, è come una creatura: non spende in frivolezze, ma il denaro gli serve solo per mantenerla. Il “ciclo dei vinti” di Verga è sintomatico fin dal titolo: alla fine è un vinto anche chi sembra essere vincitore. Perché anche Mazzarò si rende conto di morire con l’anima dannata, perché sta lasciando tutta la sua roba».

LA ROBA
di Giovanni Verga
adattamento di Micaela Miano
regia Guglielmo Ferro
con Enrico Guarneri
e con Giampaolo Romania, Nadia De Luca, Francesca Ferro, Rosario Marco Amato, Elisa Franco, Alessandra Falci, Gianni Fontanarosa, Giuseppe Parisi e Maria Chiara Pappalardo
produzione Progetto Teatrando
23 – 26 MARZO 2023
TEATRO ORAZIO BOBBIO – TRIESTE

Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint (Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.