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La scrittrice Veronica Raimo, Premio Strega Giovani 2022, inaugura nella biblioteca VEZ di Mestre il cartellone In_touch per giovani lettori mercoledì 21 settembre 

Sarà la scrittrice Veronica Raimo, Premio Strega Giovani 2022 per il romanzo “Niente di vero” (Einaudi), a inaugurare – mercoledì 21 settembre, alle 17.30 nella Biblioteca Civica VEZ di Mestre – il cartellone In_touch. Incontri altamente reattivi promosso dalla Rete Biblioteche del Comune di Venezia con il contributo finanziario dei fondi strutturali europei PON METRO. Un programma che guarda innanzitutto alle giovani lettrici e ai giovani lettori, ma non solo, per raccontare la magia della scrittura, e della lettura, nel contesto di luoghi che alle ragazze e ai ragazzi sono familiari: le biblioteche, appunto. Veronica Raimo, con un romanzo che lo scorso giugno ha conquistato la Giuria delPremio Strega Giovani ed è stato scelto da centinaia di studenti 16-18enni, sarà dunque ideale ‘testimonial’ di questo cartellone: “Niente di vero” è il ritratto sincero e libero di una giovane donna di oggi, raccontato “sabotando” dall’interno il romanzo di formazione, attraverso una scrittura che scorre esilarante e feroce insieme, per raccontare l’avventura del diventare grandi con stile caustico e disincantato. L’incontro sarà condotto dal giornalista del quotidiano Il Gazzettino Paolo Navarro, responsabile delle pagine Cultura. A conclusione dell’appuntamento, per i lettori che hanno amato il romanzo di Veronica Raimo, è in programma uno spazio firmacopie. L’ingresso è liberamente aperto al pubblico, su prenotazione. Info e dettagli: https://live.comune.venezia.it/it/2022/08/al-la-rassegna-intouch-dal-21-settembre-alla-biblioteca-vez-il-ciclo-di-incontri-con-autori

Niente di vero” è la scommessa riuscita, rarissima, di curare le ferite ridendo: il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada. All’origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni. Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l’impostura per inventare se stessa. Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all’indicibile. In questa storia all’apparenza intima, c’è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell’energia paralizzante che può essere la famiglia, dell’impresa sempre incerta che è il diventare donna. Con una prosa nervosa, pungente, dall’intelligenza sempre inquieta, Veronica Raimo regala un monologo ustionante e ci consegna la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c’era. «Veronica Raimo – ha scritto Zerocalcare – è l’unica, da quando ero adolescente, che mi ha fatto ridere ad alta voce con un testo in prosa». Gli fa eco Domenico Starnone: «all’inizio c’è la famiglia, ma Veronica Raimo racconta che, specialmente se si è figlie, quell’inizio combacia con la fine …».