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Lo storico Carlo Ginzburg sabato 24 giugno a Lignano riceverà il Premio Hemingway 2023, sezione Avventura del pensiero

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Le biblioteche? Non finiranno, nemmeno al tempo della rete e dei velocissimi strumenti che fornisce all’uomo. Parola dello storico Carlo Ginzburg, che sabato 24 giugno riceverà il Premio Hemingway 2023 nella sezione “Avventura del pensiero”, «per avere ricostruito l’immaginario e la quotidianità di interi periodi storici partendo da microcosmi ben definiti, e rintracciando le voci di chi di solito non ha voce». Ginzbrg, nel corso di un incontro stampa oggi con le testate giornalistiche accreditate al Premio Hemingway, ha sottolineato che «viviamo in un tempo in cui ci scambiamo documenti molto fragili penso alle mail – ha affermato Ginzburg – di cui sono appassionato produttore e lettore. Il mondo cambia e cambiano le tecnologie, c’è sempre stato uno scarto fra le domande che poniamo alla realtà passata e presente e il materiale che abbiamo a disposizione per interpretarla: non credo che questo scarto sarà ridotto dalla enorme produzione di immagini di cui siamo circondati, la gran parte effimere. E non finiranno le biblioteche, di cui sono frequentatore appassionato: ce ne sono di meravigliose, e continuano a offrire qualcosa di speciale che la rete non dà. Come dice Aby Warburg, in biblioteca puoi scoprire che il libro di cui avevi bisogno si trova accanto a quello che cercavi, un accanto fisico. Il ruolo del “caso”, dell’inaspettato, è importante nella nostra vita e le biblioteche ci permettono di percorrerlo. Oggi gli strumenti in rete sono rapidissimi, ma la velocità del web deve coesistere con la “lettura lente”, anche e soprattutto negli anni della scuola».

Nel corso dell’incontro di oggi, al quale hanno prreso parte anche il Presidente di Giuria del Premio Hemingway Alberto Garlini e il Consigliere con delega alla Cultura del Comune di Lignano Donatella Pasquin, Carlo Ginzburg ha ricordato il suo lavoro sulle “microstorie’ e spiegato che l’accezione “micro” va intesa per  lo sguardo analitico, non per l’oggetto delle sue ricerche», che si sono estese a un gigante dell’arte come il pittore Piero Della Francesca – cui è dedicata la riedizione di “Indagini su Piero” uscita la prima volta nel 1981 e quindi per Adelphi nel giugno 2022 –  e come Galileo, in vari contesti ripreso nei suoi studi. «Sotto la lente del microscopio possiamo mettere l’ala della libellula o la pelle dell’elefante», ha sottolineato Ginzburg. Il grande storico si è soffermato anche sul tema delle “fake news”: «Sono sempre esistite – ha ricordato, evocando la bufala della cosiddetta ‘Donazione di Costantino’, che avrebbe lasciato l’Impero romano ai figli – Bisogna battersi per la verità, questo d’altra parte rientra nel mestiere dello storico, e contro i negazionismi pericolosi: dal rifiuto della scienza, che è un atteggiamento ‘oppiaceo’ per chi lo pratica, a quelli ignobili come la negazione della shoah».         Ginzburg ha anticipato che Adelphi ripubblicherà il suo primo saggio“Stregoneria e pietà popolare” uscito nel 1961«apprezzo molto il sistema della ripubblicazione con postfazioni che mi permettono di rileggere, attualizzare, talvolta persino criticare alcuni passaggi dei lavori pubblicati molti anni fa», ha spiegato lo storico.

E Ginzburg ha infine rievocato l’origine friulana delle sue prime ricerche: «Il Libro dei Benandanti fu tradotto anche in giapponese – ha spiegato – e proprio a Tokyo raccontai per la prima volta cosa mi aveva spinto verso il Friuli. Dopo aver lavorato nell’Archivio di Stato a  Modena, verso la fine degli anni Cinquanta e inizio Sessanta cominciai a portare avanti un giro negli archivi italiani, cercando frammenti dei processi di iInquisizione: non avevo una prospettiva specifica attraverso cui analizzare processi stregoneria, ero partito dall’idea della stregoneria come forma elementare di lotta di classe. Mi affidati, a Venezia, a quella che poi ho definito la “roulette veneziana”: chiedevo al custode dell’archivio 3 buste chiamando a caso dei numeri, fra i documenti  dedicati ai processi di Inquisizione. Così mi sono imbattei nel primo processo contro Menichino da Latisana, di cui parlo nei Benandanti. Ricordo che uscii emozionato dall’archivio, convinto di avere trovato qualcosa di straordinario. La tappa successiva fu Udine: non potei entrare nell’archivio arcivescovile allora inaccessibile agli studiosi, ma trovai un documento con brevi riassunti dei processi di Inquisizione friulana, e scoprii in questo modo una quantità enorme di processi contro contadini friulani. Fra questi anche il processo contro un tale che pensava che il mondo fosse nato dalla putredine: nacque così “Il formaggio e i vermi” … ».
Info e dettagli: premiohemingway.itLa 39^ edizione del Premio Hemingway è promossa dal Comune di Lignano Sabbiadoro con il sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la consolidata collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.it.