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Si cura meglio dove si fa ricerca. Riflessioni e testimonianze sulla Trieste scientifica e sanitaria

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data comunicato : usp_custom_field : 20.03.24

Autore : usp_custom_field_2 : Aps comunicazione

Federica Zar

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“Il 16 giugno 2020 il Primo Ministro britannico Boris Johnson (2 mesi prima in terapia intensiva per COVID) annunciava alla BBC e al mondo che un farmaco poco costoso, il cortisone, riduceva la mortalità per grave polmonite COVID, secondo una ricerca effettuata in Inghilterra”. Lo ha ricordato il prof. Marco Confalonieri Direttore SC Pneumologia ASUGI, in occasione del conferimento del sigillo trecentesco del Comune di Trieste da parte del Vice Sindaco Serena Tonel all’AMAR FVG e anticipando alcuni dei contenuti dell’evento pomeridiano Si cura meglio dove si fa ricerca”.

“L’OMS aveva all’inizio sconsigliato il cortisone per COVID e nessuno tra febbraio e aprile ’20 lo utilizzò in prima battuta. La Pneumologia di Trieste” – ha spiegato il Direttore, alla presenza anche del Comitato di Gestione dell’allora USL n. 1 “Triestina”, Giuseppe Pangher – “grazie a ricerche fatte e pubblicate anni prima, ha da subito utilizzato i cortisonici nelle polmoniti COVID, riportando una mortalità molto bassa rispetto ad altre aree ad analoga epidemiologia (dati ISTAT-ISS: a Bergamo eccesso mortalità primo mese pandemia +568%, a Trieste +15%). Senza quelle ricerche precedenti non avremmo avuto la forza di andare contro le indicazioni dell’OMS e non raggiunto questi risultati fondamentali per ridurre l’impatto iniziale della pandemia a Trieste. Nei mesi successivi, l’OMS cambiò la raccomandazione per i cortisonici, suggerendoli per le forme gravi con insufficienza respiratoria, insieme alle vaccinazioni che contribuirono a rendere omogenei e in riduzione i dati sulla mortalità”.
La ricerca in medicina oggi non può essere fatta solo dal medico, ma è multidisciplinare perché si avvale di professionalità e conoscenze non solo mediche. Un assunto ben interpretato dalla Pneumologia triestina che ha da anni in corso alcuni progetti di ricerca con istituzioni scientifiche quali Elettra Sincrotrone, ICGEB (Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie) e con il Corso di laurea in Intelligenza Artificiale dell’Università di Trieste.

“Grazie ad Elettra Sincrotrone” – ha affermato Marco Confalonieri –“si è potuto analizzare il polmone con maggiore definizione rispetto a una TAC e si spera presto di poter utilizzare la luce di sincrotrone per la diagnosi precoce di tumori polmonari e di fibrosi polmonare. Le ricerche con l’ICGEB, recentemente premiate al meeting della Società europea respiratoria, sono finalizzate alla scoperta di farmaci biologici innovativi per la cura di malattie polmonari degenerative. Infine, l’applicazione dell’intelligenza artificiale ai dati dei pazienti con polmonite grave può far predire la percentuale di successo dei protocolli terapeutici in modo da allertare il medico per cambiare rapidamente trattamento in questa patologia così a rischio di mortalità ospedaliera”.

Il conferimento del sigillo trecentesco all’Associazione AMAR FVG ricorre a 20 anni dall’insediamento della Pneumologia all’Ospedale di Cattinara, inaugurato a sua volta 40 anni fa come ospedale tecnologico e che anche durante il COVID – nonostante la necessità di ammodernamento – ha mostrato la sua importanza nel prendersi cura della salute dei cittadini più bisognosi di cure, anche acute e complesse.

“AMAR FVG”- ha sottolineato il Presidente Stefano Decolle ringraziando i precedenti Presidenti per il loro volontario contributo, in particolare Sergio Petrosino, Alberto Gasparini, Domenico Romeo, Bruno Salotto e Micol Brusaferro – “è un’Associazione che ha sempre sostenuto la ricerca per la Pneumologia. Fondata a Trieste nel gennaio 2003 da un gruppo di pazienti, medici e “persone di buona volontà” con il nome di ATMAR, con la creazione dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina (ASUGI) ha allargato il suo ambito e ora comprende anche i territori di Gorizia e Monfalcone (per questo dal 2020 la T nel nome sparisce e viene aggiunto FVG)”.
Le attività svolte dall’Associazione in oltre 20 anni di vita sono state molteplici: ascolto dei malati respiratori, organizzazione di gruppi di mutuo-aiuto, facilitazioni per la riabilitazione respiratoria per malati con disabilità respiratoria, acquisto di attrezzature per la terapia respiratoria per pazienti (per es. concentratori portatili di ossigeno), finanziamento alla ricerca sulle malattie respiratorie, erogazione di borse di ricerca e di borse di studio, acquisto di attrezzature mediche per supporto alle attività di diagnosi e cura della struttura complessa Pneumologia, organizzazione di convegni su temi di salute pubblica, organizzazione di manifestazioni educazionali e di prevenzione per la cittadinanza (giornata del respiro, partecipazione a marce non competitive). Tra i riconoscimenti, nel 2022, AMAR è stata premiata dall’Associazione Commercianti di Trieste con la Rosa d’Argento per l’attività svolta durante la pandemia COVID-19.

In apertura dell’incontro pomeridiano, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha sottolineato nel suo intervento di saluto che “questo evento dà l’occasione per ribadire l’importanza del dualismo tra l’attività clinica e il mondo della ricerca, imprescindibile per garantire il diritto alla salute dei cittadini che è tra i principi fondati della nostra Costituzione. Lavorare insieme e ascoltare le esperienze dei professionisti del settore è la strada da seguire per riorganizzare in modo efficiente il sistema sanitario e dare adeguate risposte alla popolazione”.
“Dalle analisi sull’attuale situazione del comparto sanitario in Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Fedriga – emerge da parte della nostra regione un’attività legata ai servizi sanitari troppo sparpagliata, a fronte di un numero di infermieri e medici più alto della media nazionale. Questo comporta la non ottimizzazione dell’utilizzo della forza professionale e un rallentamento generale nell’erogazione delle prestazioni. Le scelte a cui la politica è chiamata per intervenire in questo contesto devono avere necessariamente una visione prospettica, affinché il sistema sanitario del territorio possa sostenersi nel lungo periodo”.